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Lorenzo Guerini (PD) eletto presidente Copasir all'unanimità: perché l'ex ministro piace pure a Giorgia Meloni

L'ex ministro della Difesa atlantista apprezzato da Volodymyr Zelensky è diventato nuovamente capo del Copasir con i voti di tutti i partiti

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Si pensava all’ennesima fumata nera, e invece, dopo il rinvio della scorsa settimana, il Copasir ha votato compatto Lorenzo Guerini, deputato del Partito Democratico ed ex ministro della Difesa, come proprio presidente. Il dem aveva già diretto i lavori del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica nel corso della scorsa legislatura, tra il 18 luglio 2018 e il 4 settembre 2019. Si tratta di un ritorno che tutto sommato non sorprende, considerando l’accordo per le nomine tra il Pd e il Movimento 5 Stelle. Dopo molte resistenze da parte di Giuseppe Conte, con l’indicazione di altri nomi e il veto posto sull’altro esponente del centrosinistra Enrico Borghi, adesso i pentastellati puntano alla Vigilanza Rai. Ma non è detto che riescano a portare a casa il risultato, considerando i presunti accordi sottobanco tra la maggioranza e un partito d’opposizione, di cui chiacchierano i malfidati.

Che cos’è il Copasir e quali sono le funzioni del Comitato

Il Copasir è un organo del Parlamento che esercita il controllo parlamentare sull’operato dei servizi segreti italiani. È stato pensato per sostituire il Copaco, a sua volta creato nel 1977. Al tramonto della stagione della strategia della tensione, si rese necessario infatti creare un organo di controllo sull’intelligence, per verificarne l’operato nel pieno rispetto della legge. Con la riforma del 2007 nacque così l’attuale Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Ha la sua sede a Roma, nel Palazzo San Macuto.

Per effettuare la verifica sistematica e continuativa delle attività del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e del loro rispetto della Costituzione e delle leggi, il Copasir ha accesso a documenti e informazioni dei servizi segreti e altri organi della Pubblica Amministrazione, dell’Autorità giudiziaria e di altri organi inquirenti. Ogni sei mesi riceve da Palazzo Chigi la relazione semestrale sull’attività dell’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, e dell’Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna, che contiene l’analisi della situazione e delle criticità in tema sicurezza ed eventuali indicazioni sull’apposizione del segreto di Stato. Può inoltre esprimere un parere preventivo, sebbene non vincolante, sulle leggi di riforma dei servizi di sicurezza.

Com’è composto il Copasir e come sono eletti i membri

Il Comitato è composto da cinque deputati e cinque senatori, nominati dai presidenti di Senato e Camera, che rappresentano le principali forze politiche che li compongono e sono scelti in genere tra le personalità di spicco e i fedelissimi dei leader. Secondo un’esplicita disposizione di legge, il presidente del Copasir deve essere eletto tra i componenti dei gruppi parlamentari di opposizione con la maggioranza assoluta di voti degli altri membri. Attualmente è così composto.

Chi sono i 5 deputati membri del Copasir

  • Giovanni Donzelli in quota Fratelli d’Italia.
  • Lorenzo Guerini in quota Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista.
  • Marco Pellegrini in quota Movimento 5 Stelle.
  • Ettore Rosato in quota Azione – Italia Viva – Renew Europe.
  • Angelo Rossi in quota Fratelli d’Italia.

Chi sono i 5 senatori membri del Copasir

  • Andrea Augello in quota Fratelli d’Italia.
  • Claudio Borghi in quota Lega per Salvini Premier – Partito Sardo d’Azione.
  • Enrico Borghi in quota Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista.
  • Licia Ronzulli in quota Forza Italia – Berlusconi Presidente – PPE.
  • Roberto Scarpinato in quota Movimento 5 Stelle.

Il ruolo di presidente è andato a Lorenzo Guerini, quello di vicepresidente a Giovanni Donzelli e quello di segretario a Ettore Rosato.

Lorenzo Guerini (PD) eletto presidente Copasir all'unanimità: perché l'ex ministro piace pure a Giorgia MeloniFonte foto: ANSA
Riunione del Copasir per l’elezione del presidente.

Perché il dem Lorenzo Guerini piace a Giorgia Meloni

Quello di Lorenzo Guerini è un nome che dà garanzie, gradito anche al Governo. Giorgia Meloni ha avuto modo di conoscerlo durante la fase di transizione con il precedente Esecutivo. Il deputato, in qualità di ministro della Difesa del Conte II, ha avuto modo di dimostrare le proprie posizioni atlantiste. Celebre lo scontro con l’allora premier all’indomani dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca, quando il presidente del Consiglio decise di sottolineare l’equidistanza dell’Italia tra gli Usa e la Cina. In quell’occasione Lorenzo Guerini sottolineò che l’Italia è schierata con l’Occidente, ricordando il ruolo nella Nato del nostro Paese. Washington apprezza l’esponente del Partito Democratico, e averlo in un ruolo chiave significa per la premier smentire ancora una volta i timori all’estero per la presenza di un Governo filoputiniano in Italia.

Tra l’altro voto all’unanimità è ben visto dalla numero uno di Palazzo Chigi perché dimostra un clima di collaborazione nella minoranza sul nodo nomine, che permetterà di stringere i tempi sugli inizi dei lavori delle varie commissioni. Se fosse stato eletto nel ruolo di presidente del Copasir il renziano Ettore Rosato, con lo scopo di superare lo stallo e trovare un nome non appartenente né al Pd né al M5s, infatti, lo spacco tra i due principali partiti dell’opposizione sarebbe stato evidente. Il prossimo capitolo sarà la nomina della dirigenza della Commissione di Vigilanza Rai. Che invece dovrebbe andare al Movimento 5 Stelle, e probabilmente a Riccardo Ricciardi. Ma non è detto che il piano di Giuseppe Conte vada in porto.

Nodo nomine: dopo il Copasir è ora della Vigilanza Rai

La nomina del segretario in quota Terzo Polo all’interno del Copasir ha infatti sorpreso tutti, e secondo i malfidati celerebbe un accordo sottobanco tra la maggioranza e i moderati di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Che ambirebbero proprio alla presidenza della Vigilanza, con un nome di spessore come quello di Maria Elena Boschi. I centristi potrebbero raggiungere il risultato grazie ai voti dei partiti di Governo, causando una nuova spaccatura tra Pd e M5s. Difficile dire in questo scenario cosa ci sia da guadagnare tanto per il Governo quanto per il Terzo Polo stesso.

Di sicuro avere degli alleati anche tra le schiere avversarie è nell’interesse di Giorgia Meloni, considerando le frizioni degli ultimi tempi con Silvio Berlusconi e la bocciatura della manovra di bilancio da parte di tutti gli osservatori non politici come la Banca d’Italia. Con il clima di tensione attuale potrebbe arrivare prima del previsto un voto di fiducia, e la premier dovrà essere brava a costruirsi delle stampelle tra le opposizioni, da usare al momento giusto. Ma almeno la nomina del presidente del Copasir non mette a rischio la tenuta dell’Esecutivo, considerando che si tratta, ancora una volta, di un segnale di continuità rispetto all’operato e alle idee di Mario Draghi.

guerini Fonte foto: ANSA
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