Lirio Abbate querelato dal ministro Crosetto, l'editore dell'Espresso Donato Ammaturo toglie la tutela legale
Lirio Abbate, accusato da Crosetto di diffamazione, non avrà tutela legale. L'attuale editore de L'Espresso, Donato Ammaturo, ha spiegato il motivo
Lirio Abbate, ex direttore, è stato querelato per diffamazione dal ministro della Difesa Guido Crosetto. L’attuale editore dell’Espresso, Donato Ammaturo, ha deciso di non garantire tutela legale ad Abbate. Il giornalista ed direttore ha sollevato preoccupazioni per la libertà dell’informazione, perché tale decisione potrebbe creare un pericoloso precedente nel mondo del giornalismo.
- Abbate non avrà tutela legale nella causa con Crosetto
- Rischio precedente: verso autocensura
- La risposta di Donato Ammaturo
Abbate non avrà tutela legale nella causa con Crosetto
Lirio Abbate è stato citato in giudizio per un articolo pubblicato nel 2022 che rivelava le attività del ministro della Difesa Guido Crosetto come lobbista per l’industria bellica.
Nonostante la prassi consolidata di fornire assistenza legale, il nuovo editore dell’Espresso, Donato Ammaturo, ha deciso di non garantire questa protezione ad Abbate, che all’epoca dei fatti ha dato l’ok all’uscita del pezzo. Sarà quindi garantita assistenza al giornalista, ma non all’ex direttore.
Quest’ultimo ha dichiarato di non essere stato informato ufficialmente della decisione: “Non hanno avuto il coraggio di dirmelo. Hanno semplicemente ignorato le mie richieste di assistenza”.
Rischio precedente: verso autocensura
Abbate, che ha scelto di pubblicare l’articolo contestato e che ribadisce che lo rifarebbe “altre mille volte”, si trova ora a dover affrontare il processo a proprie spese. Il cambio di approccio da parte del nuovo proprietario dell’Espresso è visto come un segnale chiaro verso i futuri direttori che potrebbero voler indagare su Fratelli d’Italia.
La mossa, che si discosta dal giornalismo di stampo anglosassone dichiarato dall’editore, è stata criticata dal presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, e dalla segretaria generale, Alessandra Costante, che hanno sottolineato il rischio di una crescente autocensura tra i giornalisti.
“Se qualcuno aveva dubbi sui reali motivi del cambio imposto alla guida dell’Espresso, ora tutto inizia a diventare più chiaro – ha commentato e ha spiegato – Il rischio è che, senza un editore che protegga i propri giornalisti, questi vengano spinti all’autocensura“.
La risposta di Donato Ammaturo
In una nota, Donato Ammaturo ha dichiarato di non aver mai conosciuto personalmente Abbate, definendolo comunque “un professionista stimato”.
Ha giustificato la mancata assistenza legale con la pendenza di una causa promossa da Abbate contro la vecchia gestione dell’Espresso, sostenendo che ciò lo rende “parte processuale nel procedimento”. Ammaturo ha inoltre sottolineato che il giornalista Carlo Tecce, autore dell’articolo contestato, riceve invece la manleva e il supporto legale necessari (una situazione critica che si è risolta è invece quella che ha coinvolto Julian Assange).
Ha infine ribadito che l’Espresso continuerà a mantenere una linea editoriale di denuncia e informazione indipendente, senza parzialità e con un approccio bipartisan.