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Lara Comi intercettata, agli atti le chat: "Mi possono indagare?"

Per gli inquirenti sarebbero una "prova documentale" per fare chiarezza sullo scandalo dei presunti fondi illeciti dell'eurodeputata di Forza Italia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

I pm hanno acquisito le chat di Whatsapp e Telegram di Lara Comi all’interno delle indagini sui presunti finanziamenti illeciti che avrebbe ricevuto durante il suo mandato di deputata al Parlamento europeo. Si sarebbe così fatta più chiarezza sulla vicenda che coinvolge alcuni vertici di Forza Italia.

“Secondo te mi possono indagare?”, avrebbe scritto l’europarlamentare azzurra alla sua esperta di fondi pubblici europei, Maria Teresa Bergamaschi, secondo quanto riporta il Corriere delle Sera. “Per potere possono”, sarebbe stata la risposta dell’avvocato, presidente della Camera penale di Savona, “ma sarebbe una porcheria: in una giustizia corretta non dovrebbero, ma se vogliono crearti danni per la campagna elettorale…”.

Dopo 4 giorni da questi messaggi la stessa legale, inizialmente sulla negativa nel primo interrogatorio da teste, è diventa indagata e l’atto istruttorio è stato sospeso. L’indomani, il 14 maggio, Maria Teresa Bergamaschi avrebbe consegnato volontariamente il proprio telefono ai pm.

Gli inquirenti avrebbero così acquisito le chat, diventate “prova documentale“, aggirando il rischio di inutilizzabilità dei messaggi vocali e di testo, altrimenti coperti dall’immunità dell’eurodeputata, all’epoca in carica, che impedisce intercettazioni e sequestri di corrispondenza.

La vicenda che coinvolge Lara Comi, accusata di essere coinvolta in uno schema di finte consulenze con Nino Caianello, referente di Forza Italia a Varese, la Afol diretta da Giuseppe Zingale e Maria Teresa Bergamaschi, sarebbe stata ricostruita anche grazie ai messaggi scambiati tra le due.

“Giuseppe Zingale vorrà il suo regalo di Natale“, avrebbe scritto Lara Comi alla sua consulente, secondo quanto riporta il Corriere, riferendosi alla tangente. La stessa eurodeputata di Forza Italia avrebbe poi spiegato alla presunta complice che “oggi dirò che non ho mai preso 17mila euro, non ho mai avuto consulenze con Afol né società a me collegate che non esistono”.

Raccomandando alla sua interlocutrice di usare massima prudenza con chiamate e messaggi. “Se dovessero chiamarti non rispondere, poi ti spiego” e “usiamo le chat di Telegram che è più comodo”. Nonostante l’app concorrente di Whatsapp permetta la cancellazione immediata delle chat, ci sarebbero anche queste tra quelle presentate ai magistrati da Maria Teresa Bergamaschi.

I rimborsi europei per il portavoce di Lara Comi

Nino Caianello avrebbe invece definito Lara Comi, secondo le intercettazioni telefoniche agli atti, riportate dal Corriere della Sera, “una pazza scatenata” che “pensa di prendere in giro tutti“. E ancora “faccio un shampoo” a “questa cretina della Lara”.

Ai pm il coordinatore di Forza Italia avrebbe però riferito: “Lara Comi era recalcitrante a retrocedere una parte del suo stipendio per finanziare le strutture del partito di Forza Italia” e allora “anche in vista delle imminenti elezioni europee escogitammo lo stratagemma di far maggiorare lo stipendio del giornalista Andrea Aliverti”.

Per il suo ruolo di portavoce, Lara Comi prendeva dal Parlamento Europeo un legittimo rimborso di mille euro più Iva. Lo stipendio del giornalista sarebbe stato alzato su carta a 3.495 euro più Iva, con l’accordo che 1.500 fossero retrocessi a un uomo di Nino Caianello.

Lara Comi, il messaggio dell’avvocato Biancolella

L’avvocato Gianpiero Biancolella, che difende gli interessi di Laura Comi, ha dichiarato all”Ansa’: “I messaggi degli odiatori sono inutili perché non li può leggere” essendo Lara Comi agli arresti domiciliari con il divieto di comunicare all’esterno, “né li leggerebbe comunque”.

Il legale ha riferito, inoltre, che già da ieri è stata accolta l’istanza degli arresti domiciliari a casa dei genitori.

lara-comi Fonte foto: Ansa
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