La Cina invia missili alla Serbia: cosa sono gli FK-3, le armi anti-aereo che preoccupano la Nato e l'Europa
La Cina ha mandato alla Serbia potenti missili anti-aerei che minacciano la stabilità in Europa: la Nato chiede spiegazioni
Mentre in Ucraina si combatte una guerra che ogni giorno sconvolge sempre più l’Europa e il mondo intero, nel Vecchio Continente c’è un Paese che da mesi riceve aiuti militari dall’Asia. Si tratta della Serbia, che già dal 2020 collabora con la Cina per ricevere delle forniture miliari, situazione che di recente preoccupa e non poco la Nato.
- Missili cinesi alla Serbia, l'accordo
- Cosa sono gli FK-3
- I timori di Nato ed Europa
- La replica dell Serbia alla Nato
Missili cinesi alla Serbia, l’accordo
Nelle ultime settimane, come svelato da Associated Press, la Serbia avrebbe ricevuto un nuovo carico di speciali missili da parte della Cina. L’invio di questo materiale bellico è avvenuto ad aprile con un traffico aereo tra le due nazioni definito come “la più grande operazione militare all’estero”.
La collaborazione tra il paese dell’ex Jugoslavia e la Cina va vanti da anni e il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha voluto tranquillizzare affermato che le consegne missilistiche non devono essere viste come una minaccia ma fanno soltanto da “potente deterrente” nel caso l’escalation bellica dovesse coinvolgere anche il Paese dell’est Europa.
Cosa sono gli FK-3
Le armi giunte dalla Cina alla Serbia sono gli FK-3, potenti missili anti-aereo che sono in grado di distruggere aerei e droni. Si tratta di un sistema presentato per la prima volta in Cina nel 2016 e nel corso degli anni è stato potenziato.
Gli FK-3 sono missili in grado di distruggere missili da crociera ed elicotteri del nemico a tutte le altitudini, da 50 metri fino addirittura a 27 km di altezza, 24 ore su 24 e con qualsiasi condizione atmosferica.
I timori di Nato ed Europa
Il potenziamento delle infrastrutture belliche della Serbia da parte della Cina non fa di certo dormire sonni tranquilli alla Nato e all’Europa, che in questo momento stanno vivendo una pagina nera e tragica della propria storia con la guerra in Ucraina.
Dalla Nato, quanto dall’Ue, c’è infatti il timore che questi “aiuti” abbiano un impatto negativo nella stabilità della regione, visti come una possibile causa di scoppio di tensioni che in questo momento storico non sarebbero di certo facili da governare con la diplomazia.
La replica dell Serbia alla Nato
Nikola Selakovic, ministro degli Affari esteri serbo, ha spento qualsiasi polemica con Nato e Ue. Intervistato dall’emittente televisiva serba Rts, il ministro ha infatti sottolineato che la Serbia “sta cercando di prendere decisioni completamente indipendenti riguardo al proprio destino, senza imporre sanzioni contro la Russia e portando avanti più rapidamente un percorso d’integrazione europea”.
Ma è il ministro degli Affari interni Aleksandar Vulin che ha rincarato la dose, sottolineando che quanto commesso dalla Nato nel 1999 ai danni della Serbia è un vero e proprio crimine di guerra. “La Serbia non smetterà mai di chiedere alla Nato di assumersi la responsabilità dei suoi crimini e la Serbia sarà sempre un amico affidabile per la Cina” ha sottolineato.