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Il terremoto si può prevedere, la scoperta dell'Università di Parma in due studi: come si mitiga il rischio

Due nuovi studi dell'Università di Parma aprono alla possibilità di prevedere con anni di anticipo i terremoti

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Svolta nello studio dei terremoti. In due studi sviluppati dall’Università di Parma si propone un nuovo metodo che potrebbe permettere di prevedere i sismi anche con diversi anni di anticipo.

Gli studi sulla previsione dei terremoti dell’Università di Parma

Due studi portati avanti dall’Università di Parma hanno proposto un metodo innovativo per la previsione dei terremoti che, secondo i suoi ideatori, potrebbe permettere di individuare i sismi con anni di anticipo.

Il metodo si basa sulla registrazione di un rallentamento nelle placche tettoniche prima di un terremoto, caratteristica che si sviluppa per anni prima che il sisma effettivamente accada.

 

Terremoto università parmaFonte foto: ANSA
Danni causati da un terremoto

Il rallentamento è visibile in superficie attraverso il sistema satellitare Gps, lo stesso con cui funzionano gli strumenti di navigazione stradale, e permetterebbe di mitigare fortemente il rischio di morti durante un terremoto.

Come funzionala previsione dei terremoto

Il consenso scientifico è che sia impossibile prevedere i terremoti. Le scosse sono rilasci di energia accumulata nel terreno dalle placche tettoniche in cui è suddivisa la crosta terrestre.

I loro movimenti sono però caotici e non prevedibili, oltre a svilupparsi anche a chilometri di profondità rispetto alla superficie. Per questa ragione prevedere un terremoto con un anticipo sufficiente per un evacuazione della popolazione è ritenuto impossibile.

Il metodo sviluppato dagli scienziati dell’Università di Parma, che hanno studiato il terremoto dell’Aquila del 2009 e quello del Sichuan, in Cina nel 2008 va in contrasto con l’attuale comprensione dell’effetto dei terremoti sulle placche tettoniche.

Le dichiarazioni degli studiosi di Parma

A guidare il team di ricerca c’è il professore Giampiero Iaffaldano, che insegna Geofisica della Terra solida dell’Unità di Scienze della Terra al Dipartimento di Scienze chimiche, della Vita e della Sostenibilità ambientale dell’Università di Parma

“Penso che l’interesse scientifico di questa scoperta sia centrato nell’aprire una nuova prospettiva, mai considerata prima, sulla mitigazione del rischio sismico” ha detto Iaffaldano

“Il ciclo viene misurato negli anni attraverso reti di stazioni Gps dislocate a centinaia o addirittura migliaia di chilometri di distanza da quello che sarà in seguito l’epicentro. Questo implica che ci sono segnali potenzialmente precursori avvistabili anni prima e a grandi distanze dai grandi terremoti. La prospettiva di sfruttare questi segnali nelle valutazioni di rischio sismico è qualcosa di assolutamente nuovo” ha concluso il professore.

universita-parma-terremoto Fonte foto: 123RF
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