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Il generale Roberto Vannacci non si dimette dall'esercito: le sue parole sulla Decima Mas e il fascismo

Roberto Vannacci ha risposto al giornalista Carlo Verdelli che gli consigliava di dimettersi da generale. "Nessuna legge me lo impone" ha replicato

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Il generale Roberto Vannacci, oggi eurodeputato della Lega, ha risposto al giornalista Carlo Verdelli affermando che non si dimetterà dall’esercito, in quanto nessuna legge lo obbliga a farlo. Il consiglio di rassegnare le dimissioni da generale, quindi, viene rifiutato da Vannacci che non esclude un ritorno al servizio militare attivo in futuro. Nella nuova veste con la quale serve il Paese, intanto, il generale ribadisce la sua opinione su temi delicati quali il fascismo e la Decima Mas.

Niente dimissioni da generale per Roberto Vannacci

“In merito al suo suggerimento di dimettermi dall’Esercito, preciso che nessuna legge o normativa mi impone di farlo” ha scritto Roberto Vannacci nella lettera indirizzata al Corriere della Sera, in risposta a un articolo di Carlo Verdelli.

“Non mi risulta peraltro che, in passato, siano state richieste le dimissioni di altri militari o magistrati che hanno espresso pubblicamente le loro idee o che hanno partecipato attivamente alla vita politica del Paese” ha spiegato il generale.

lettera roberto vannacci dimissioni generale esercito verdelliFonte foto: ANSA

Il generale ed eurodeputato Lega Roberto Vannacci

Vannacci e la Decima Mas

Roberto Vannacci non considera conclusa la sua carriera militare e quindi non si dimette da generale, ribadendo la sua posizione. “Non è improbabile che un giorno io possa tornare al servizio militare attivo” ha chiarito.

Il generale passa poi, nella lettera, al tema della Decima Mas, utilizzato in campagna elettorale. “Tra i ranghi dell’odierna Marina Militare esiste un reparto erede delle tradizioni, del valore, del coraggio e delle gesta eroiche di quella gloriosissima unità della Regia Marina” ha spiegato.

La Decima Mas, ricorda Vannacci, “operò colando a picco un tonnellaggio di naviglio nemico superiore a quanto l’intera Marina non avesse fatto dal ’39 al ’43. Quella è la Decima al cui valore con deferenza mi inchino. Ogni altro riferimento sarebbe totalmente arbitrario e lo respingo al mittente.”

“Ribadisco anche che non considero ‘fascista’ un’offesa” aggiunge Vannacci” ma, tutt’al più, un giudizio politico che, come tale, rispetto”.

Il consiglio di Verdelli a Vannacci

Carlo Verdelli, nel suo pezzo del 29 agosto, aveva criticato la commistione tra carriera militare e politica del generale Roberto Vannacci, sostenendo che dovrebbe dimettersi per evitare conflitti di interesse e rispettare il principio di separazione dei ruoli.

La sua partecipazione attiva alla politica e il suo tentativo di fondare un movimento, secondo Verdelli, sono incompatibili con il suo ruolo di alto ufficiale.

Verdelli quindi ha suggerito a Vannacci di entrare nell’arena politica come civile, dimostrando coerenza e rispetto per le istituzioni democratiche.

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