Guerra Israele-Hamas, bombardato campo profughi di Maghazi nella notte di Natale: tra le vittime tanti bambini
Natale all'insegna dei bombardamenti sulla Striscia, con un campo profughi colpito dall'esercito israeliano
Un pesante raid ha colpito il campo profughi di Maghazi, a est di Deir al-Balah nel centro della Striscia di Gaza, con l’esercito israeliano che ha bombardato il territorio provocando numerose vittime. Il bilancio provvisorio è di almeno 68 morti, tra cui 12 donne e 7 bambini.
- Bombardato il campo profughi di Maghazi
- La guerra tra Israele e Hamas ferma il Natale a Betlemme
- Il messaggio del Papa e l'appello della moglie di Netanyahu
Bombardato il campo profughi di Maghazi
È di almeno 68 morti il bilancio dell’attacco aereo avvenuto nella notte di Natale al campo profughi di Maghazi. Il territorio è stato bombardato dall’esercito israeliano che, secondo quanto riferito dal portavoce del ministero della Sanità controllato da Hamas, Ashraf al-Qudra, avrebbe preso di mira quattro case.
Secondo quanto riferito da Ashraf al-Qudra il bilancio delle vittime è destinato a crescere. Secondo un corrispondente dell’agenzia di stampa AFP almeno 40 corpi sono stati portati in un ospedale di Dir al-Balah.
La Mezzaluna Rossa palestinese ha anche pubblicato filmati dei feriti trasportati negli ospedali. E intanto gli aerei da guerra israeliani continuano a bombardare le strade principali tra il centro di Gaza e il campo, ostacolando il passaggio delle ambulanze e dei veicoli di emergenza.
La guerra tra Israele e Hamas ferma il Natale a Betlemme
Una guerra, quella tra Israele e Hamas, che non frena neanche nel giorno di Natale. Un conflitto che va avanti ormai da 80 giorni e che, di fatto, ha fermato il Natale e Betlemme.
Ogni 24 dicembre, infatti, Betlemme organizza una tradizionale sfilata con bande musicali, prima dell’arrivo a piedi del Patriarca latino di Gerusalemme per officiare una messa nella chiesa di Santa Caterina, la basilica cattolica della Natività. Ma in questo 2023 segnato dal conflitto avviato il 7 ottobre, purtroppo, non c’è spazio per canti natalizi, pellegrini o feste di alcun genere.
La guerra, riferisce il Patriarca Pierbattista Pizzaballa, inviato religioso del Vaticano in Terra Santa, ha reso questo Natale “molto triste”. E l’appello è chiaro: “Il cessate il fuoco non basta, bisogna fermare queste ostilità”.
Il messaggio del Papa e l’appello della moglie di Netanyahu
E a cercare di intervenire in tal senso è stato anche Papa Francesco, che nella messa a San Pietro nella Notte di Natale ha ricordato: “Il nostro cuore stasera è a Betlemme dove ancora il Principe della pace viene rifiutato dalla logica perdente della guerra, con il ruggire delle armi che anche oggi gli impedisce di trovare alloggio nel mondo”.
In precedenza, all’Angelus, aveva sottolineato: “Siamo vicini ai nostri fratelli e sorelle che soffrono per la guerra, pensiamo alla Palestina, Israele, l’Ucraina. Pensiamo anche a coloro che soffrono per la miseria, la fame, la schiavitù”.
Poche ore dopo Sarah Netanyahu, moglie del premier israeliano, ha scritto una lettera al Pontefice chiedendo il “personale intervento” per la situazione degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas a Gaza: “Le chiedo di fare appello alla Croce Rossa di visitare tutti gli ostaggi e consegnare loro medicine vitali. Il suo intervento potrebbe far pendere l’ago della bilancia e salvare vite preziose”.