Greta Thunberg presa e portata via con la forza dalla polizia tedesca a Lützerath (video)
Proteste a Lützerath, l'attivista Greta Thunberg allontana con la forza dalla polizia tedesca
Greta Thunberg è stata sollevata e portata via con la forza dalla polizia tedesca mentre stava manifestano a Lützerath. Le immagini video sono state divulgate dai media locali e mostrano la giovane attivista svedese seduta a terra e poi presa di peso da due agenti della polizia.
- Lützerath, Greta Thunberg assieme ai manifestanti
- Lützerath simbolo della lotta ambientalista
- La polizia: "Proseguono le operazioni di sgombero".
Lützerath, Greta Thunberg assieme ai manifestanti
Secondo quanto riferito da Bild, la ventenne avrebbe ignorato gli ordini della polizia di lasciare la sua posizione e avrebbe atteso di essere afferrata dagli agenti.
Greta Thunberg si era unita agli attivisti due giorni fa. Domenica 15 gennaio la ragazza è ricomparsa a Lützerath, senza far sapere anticipatamente della sua presenza.
Die Polizeigewalt heute in #Lützertah war unfassbar.
Hier werden @GretaThunberg @Luisamneubauer und andere von der Polizei geschubst – und die stehen da einfach nur friedlich rum.
Was soll das @Polizei_NRW_AC?! pic.twitter.com/1uBuejL00W
— Timon Dzienus (@Dzienus) January 14, 2023
Sul luogo delle proteste è giunta con un gruppo di 70 attivisti e con questi ha occupato un campo sorvegliato da un reparto a cavallo della polizia tedesca che ha provveduto a sgomberare l’area.
Lützerath simbolo della lotta ambientalista
Lützerath è un piccolo villaggio della Germania. Un tempo era abitato da circa duemila persone mentre oggi risulta abbandonato. Trattasi di un posto che è divenuto l’emblema internazionale della lotta ambientalista in difesa del clima e della battaglia ai combustibili fossili.
Il colosso energetico tedesco RWE ha ottenuto i permessi governativi e ora vuole procedere con la bonifica della zona per poi ampliare la vicina miniera di carbone di Garzweiler. L’obbiettivo è estrarre 280 milioni di tonnellate di lignite, vale a dire carbone, entro il 2030.
Lo sgombero dell’area è iniziato mercoledì 11 gennaio, quando centinaia di agenti della polizia hanno cominciato a recintare il territorio delle proteste e ad allontanare i manifestanti. Non sono mancati scontri tra le forze armante e gli attivisti.
Si sono verificati lanci di bottiglie incendiarie e momenti di tensione, con fermi, allontanamenti e cariche. Alcuni attivisti si sono nascosti (c’è chi si è persino incatenato) su delle case e sugli alberi. Qualcuno si è blindato all’interno di auto posizionate appositamente per ostacolare il passaggio degli agenti.
La polizia: “Proseguono le operazioni di sgombero”.
Secondo gli organizzatori, lungo la giornata di sabato 14 gennaio, alle porte del villaggio c’erano 35 mila persone a protestare. “Le operazioni di sgombero continuano anche oggi – ha riferito il portavoce della polizia Dietmar Bruening – ma non sappiamo quante persone stiano ancora occupando il sito”.
“In un primo momento sembrava che ce ne fossero rimaste solo 10, poi si è capito che c’era qualcuno in più. Gli attivisti stessi parlano di 20 persone anche all’interno del borgo. Siamo inoltre ancora impegnati a cercare di far uscire i due attivisti che si trovano nel tunnel”, ha concluso il portavoce.