Giuliano Amato al Copasir per la strage di Ustica: convocato dopo l'intervista sulla "responsabilità francese"
Il giorno dell'audizione di Giuliano Amato al Copasir è arrivato: convocato dopo l'intervista sulla "responsabilità francese" per la strage di Ustica
Nuovo capitolo nella strage di Ustica. Martedì 3 ottobre Giuliano Amato si è recato a Palazzo San Macuto, convocato dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) dopo l’intervista rilasciata nelle scorse settimane, in cui l’ex premier aveva parlato di “responsabilità dell’aeronautica francese” sull’abbattimento del Dc9 dell’Itavia avvenuto il 27 giugno 1980.
L’audizione di Giuliano Amato
Giuliano Amato, convocato alle 13:30, si è presentato a Palazzo San Macuto con 10 minuti di anticipo.
È stato ascoltato un’ora e mezza circa, secondo quanto riferito dall’Adnkronos.
Giuliano Amato prima dell’audizione al Copasir
L’intervista di Amato sotto i riflettori
Un mese dopo l’intervista di Giuliano Amato a Repubblica, pubblicata il 2 settembre dal quotidiano, l’ex premier è stato convocato dal Copasir.
Il motivo sta nella sua ricostruzione affidata al giornale, che ha ripercorso le tappe della strage e- a suo dire – le false piste.
Secondo lui, la versione più credibile sarebbe “quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno”.
Amato ha dichiarato che “si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione” e che “il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario“.
Gheddafi “fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo”, ma – soprattutto – “il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il Dc9 dell’Itavia, che si inabissò con dentro 81 innocenti“.
Amato rivela anche che “i militari si erano chiusi in un silenzio blindato, ostacolando le indagini” e che durante il suo periodo da sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nel 1986, “cominciai a ricevere a Palazzo Chigi le visite dei generali che mi volevano convincere della tesi della bomba esplosa dentro l’aeromobile. Era da tempo crollata la menzogna del ‘cedimento strutturale‘ dell’aeromobile e bisognava sostituirla con la tesi altrettanto falsa del cedimento interno a causa dell’ordigno‘. Ovviamente mi chiedevo perché venissero a dirmi queste falsità. Capivo che c’era una verità che andava schermata. E la nostra aeronautica era schierata in difesa della menzogna. C’era qualcosa di molto inquietante in tutto questo. Se tanti militari, tutti con incarichi ufficiali molto importanti, dicevano la stessa cosa palesemente falsa dietro doveva esserci un segreto molto più grande di loro. Un segreto che riguardava la Nato“.
Cos’è la strage di Ustica
Con strage di Ustica si fa riferimento a un incidente aereo, avvenuto alle 20:59 del 27 giugno 1980 nel Mar Tirreno meridionale, nel tratto compreso tra le isole italiane di Ponza e Ustica.
Degli 81 passeggeri, tra cui c’erano 4 membri dell’equipaggio, non ci sono stati sopravvissuti.