Giulia Cecchettin era già morta quando è stata abbandonata nel burrone: portata in braccio lungo la scarpata
Le analisi del medico legale rivelerebbero che Giulia Cecchettin era già morta, a causa delle coltellate, prima che il suo corpo fosse abbandonato
Giulia Cecchettin era già morta quando è stata abbandonata nel burrone pressi del lago Barcis, vicino Pordenone. La conferma è arrivata questa mattina, domenica 19 novembre, all’esito dell’ispezione esterna della salma della 22enne condotta dal medico legale. Lo rende noto l’agenzia di stampa ‘Agi‘ che precisa anche come sarebbero state diverse le coltellate inferte alla vittima.
- Tagli troppo profondi: Giulia era già morta. Il suo corpo portato in braccio lungo il dirupo
- Le coltellate alla testa, al collo e alle mani: aveva provato a difendersi
- L'arresto di Turetta in Germania, Tajani: "In pochi giorni sarà affidato alla giustizia italiana"
Tagli troppo profondi: Giulia era già morta. Il suo corpo portato in braccio lungo il dirupo
È una giornata cruciale per il caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, la 22enne di cui si erano perse le tracce da sabato 11 novembre: data dell’ultimo avvistamento della ragazza in compagnia dell’ex fidanzato.
Dopo il rinvenimento del cadavere di Giulia in un canalone a ridosso del lago Barcis, l’ispezione esterna della salma condotta dal medico legale Antonello Cirnelli per conto della Procura della Repubblica di Pordenone, dimostrerebbe come la 22enne fosse già morta prima di essere abbandonata nella scarpata della Val Caltea.
Mazzi di fiori e messaggi di vicinanza davanti alla casa della famiglia di Giulia Cecchettin
L’agenzia di stampa ‘Ansa‘, infatti, spiega che le profonde coltellate inferte alla vittima rendono impossibile che Giulia fosse ancora viva quando il suo corpo è stato lasciato cadere nel burrone.
Sempre ‘Ansa‘, inoltre, rende noto che secondo l’ultima ricostruzione degli inquirenti, Filippo Turetta non avrebbe lanciato o lasciato cadere il corpo di Giulia, ma lo avrebbe portato in braccio lungo il dirupo coprendolo con alcuni sacchi neri. Sul corpo, infatti, il medico legale non avrebbe riscontrato segni riconducibili a una caduta o al trascinamento.
Le coltellate alla testa, al collo e alle mani: aveva provato a difendersi
Le analisi del medico legale hanno confermato la prima ricostruzione fatta dagli inquirenti. In particolare, il corpo della 22enne presenta diverse ferite causate da coltellate inferte alla testa, al collo e su altre parti del corpo.
I tagli sarebbero stati svariati e profondi. Le ferite, inoltre, sono state rinvenute anche su mani e braccia: un elemento che suggerirebbe come la ragazza abbia tentato, invano, di difendersi durante l’aggressione.
L’ipotesi formulata dagli inquirenti già ieri, giorno del rinvenimento del corpo, è che dopo l’aggressione l’ex fidanzato Filippo Turetta (anche lui 22enne) abbia trasportato in auto il corpo di Giulia nel luogo in cui poi l’avrebbe abbandonata.
L’arresto di Turetta in Germania, Tajani: “In pochi giorni sarà affidato alla giustizia italiana”
Una giornata decisiva, si diceva, per il caso di Giulia Cecchettin. Nella mattinata di domenica 19 novembre, infatti, è stata diffusa la notizia dell’arresto dell’ex fidanzato Filippo Turetta su cui indaga per omicidio.
Il ragazzo è stato fermato in Germania, in esecuzione di un mandato di arresto europeo, mentre si trovava a bordo della sua auto sull’autostrada A9, vicino Lipsia. Come spiegato dal suo legale, adesso si dovrà attendere il tempo necessario per l’estradizione e per il suo rientro in Italia.
Sul punto è anche intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Grazie all’arresto europeo il ragazzo potrà essere affidato in pochi giorni alle forze dell’ordine e alla giustizia italiana per subire un giusto processo”, ha detto alla stampa dopo aver partecipato al meeting di Forza Italia a Taormina.