Gaia Padovan, la reazione della giornalista dopo i commenti al post sul tumore: l'appello su Instagram
Dopo le numerose reazioni al post sul tumore al seno, Gaia Padovan ha lanciato un appello sui social per sostenere i centri di ricerca.
Dopo aver rivelato sui social di essere affetta da tumore al seno, Giulia Padovan ha ricevuto un’ondata di attenzione e sostegno. In risposta a questo forte interesse mediatico, la giornalista non si è fermata alla condivisione della sua esperienza personale, ma ha lanciato un appello su Instagram per convertire il supporto ricevuto in un’azione concreta a favore dei centri di ricerca.
L’appello a sostegno dei centri di ricerca
“Non immaginavo che il mio post su Instagram rimbalzasse sulle principali testate italiane. Mi avete scritto centinaia di testimonianze. Vi ringrazio molto e vorrei poter rispondere con calma a ognuno di voi“.
Con queste parole, Giulia Padovan risponde ai numerosi messaggi e all’attenzione mediatica ricevuta dopo aver condiviso sui social la sua diagnosi di tumore al seno.
Giulia Padovan
“Se queste poche righe sono servite a confortare anche un solo istante chi attraversa questo cammino tortuoso, ben venga! – aggiunge in una delle sue ultime Instagram stories, cercando di indirizzare la solidarietà ricevuta verso una causa cruciale e invitando tutti a sostenere la lotta contro il cancro al seno.
“Ricordate che le parole non bastano – conclude – Fate una donazione del 5 per mille ai centri di ricerca. Ecco il codice dell’Istituto Oncologico Veneto: CF 04074560287.”
Gaia Padovan annuncia: “Ho un tumore al seno”
Solo lunedì 29 luglio, Gaia Padovan aveva annunciato sui social di aver ricevuto una diagnosi di tumore al seno localmente avanzato con metastasi ai linfonodi.
“Una notizia che ti annienta. Ma non è nemmeno una sentenza di morte – aveva spiegato nel post pubblicato su Instagram – Il tumore al seno è ancora oggi la principale causa di morte oncologica tra le donne. Ti sembra di giocare a dadi con la vita, ne sei consapevole e questo provoca panico. Ma, poco a poco, metabolizzi la situazione e smetti di chiederti perché proprio a me, con due bambini meravigliosi e tante vite da vivere.”
E poi, mostrando determinazione, forza e la volontà di non farsi abbattere dalla diagnosi, aveva aggiunto: “Si va avanti, un passo alla volta, un giorno alla volta.”
Alla fine aveva rivolto un appello a tutte le donne: “Non rimandate quella visita travolti dal turbinio ansiogeno della vita moderna. E fatevi supportare: che sia la vicina di casa, l’amica di sempre, il sorriso di un estraneo. Perché lo stress uccide il corpo, l’ossitocina (abbracci e sorrisi) e la ricerca lo fanno rinascere”.