Giorgia Meloni indagata per il caso Almasri, cosa può succedere e come funziona il Tribunale dei ministri
Giorgia Meloni non ha ricevuto nessun avviso di garanzia per il caso Almasri: come funziona il Tribunale dei ministri che indagherà su di lei, gli scenari
Giorgia Meloni sarà indagata dal Tribunale dei ministri dopo la denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti, presentata alla Procura di Roma per la liberazione di Osama Njeem Almasri. Oltre alla premier, a ricevere la comunicazione sono stati anche i ministri Carlo Nordio (Giustizia), Matteo Piantedosi (Interno) e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Nessuno di loro ha ricevuto un avviso di garanzia. Cosa può succedere entro i prossimi 90 giorni agli esponenti del Governo.
- Cosa può succedere nei prossimi 90 giorni
- La palla passa al Parlamento
- Cosa succede se viene concessa l'autorizzazione a procedere
- Cos'è il Tribunale dei ministri
- Come funziona il Tribunale dei ministri
Cosa può succedere nei prossimi 90 giorni
Il Tribunale dei ministri ha 90 giorni di tempo per svolgere le indagini, in virtù del suo potere – cosiddetto – requirente.
Di fatto avrà la possibilità di:
- ascoltare le persone coinvolte, compresa Giorgia Meloni
- affidare deleghe agli investigatori per effettuare accertamenti
![caso almasri tribunale dei ministri](https://wips.plug.it/cips/notizie.virgilio.it/cms/2025/01/caso-almasri-tribunale-dei-ministri.jpg)
Una volta compiute le indagini preliminari e sentito il pubblico ministero (pm), il Tribunale dei ministri potrà:
- decidere l’archiviazione con decreto non impugnabile
- trasmettere gli atti al procuratore della Repubblica per l’autorizzazione a procedere
La palla passa al Parlamento
Dopodiché entra in scena il Parlamento che, in caso di richiesta di autorizzazione a procedere degli inquisiti, può:
- concederla
- negarla, se ritiene che abbiano agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o per il perseguimento di un preminente interesse pubblico
Come? Attraverso una votazione a maggioranza assoluta da parte della Camera di appartenenza degli inquisiti.
Cosa succede se viene concessa l’autorizzazione a procedere
Se il Parlamento vota concedendo l’autorizzazione a procedere, la palla passa al tribunale ordinario del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per territorio (in questo caso Roma, dove è stata presentata la denuncia).
I membri del Tribunale dei ministri, invece, escono di scena.
Cos’è il Tribunale dei ministri
L’articolo 96 della Costituzione, modificato con la Legge costituzionale n.1 del 16 gennaio 1989, stabilisce che il premier e i ministri, per reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni (anche a carica conclusa), debbano essere giudicati dal tribunale ordinario ma solo dopo l’autorizzazione a procedere del Senato o della Camera.
L’articolo 7 della stessa legge del 1989 prede che il Tribunale dei ministri, prima della richiesta di autorizzazione a procedere, svolga le indagini relative ai cosiddetti “reati ministeriali”.
Il collegio giudicante:
- è composto da 3 membri effettivi e 3 supplenti, estratti a sorte tra tutti i magistrati in servizio nei tribunali del distretto che abbiano da almeno 5 anni la qualifica di magistrato di tribunale o qualifica superiore;
- è presieduto dal magistrato con funzioni più elevate, o, in caso di parità di funzioni, da quello più anziano d’età;
- si rinnova ogni 2 anni ed è immediatamente integrato in caso di cessazione o di impedimento grave di uno o più dei suoi componenti.
Come funziona il Tribunale dei ministri
Questa è la procedura:
- le notizie di reato per i reati ministeriali sono trasmesse al procuratore della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo del Distretto di corte d’appello;
- il procuratore della Repubblica, senza compiere nessun tipo di indagine, entro 15 giorni trasmette gli atti al Tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati, perché questi possano presentare memorie o chiedere di essere ascoltati.
Dopodiché, come abbiamo scritto più su, il collegio, ricevuti gli atti, ha 90 giorni per le indagini preliminari e, sentito il pm, può decidere di archiviare o trasmettere gli atti al procuratore per chiedere l’autorizzazione a procedere.
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