Giorgia Meloni e il racconto delle minacce di morte subite sul caso dei centri in Albania: "Prima volta"
La rivelazione di Giorgia Meloni nelle anticipazioni di "Porta a Porta": la premier avrebbe ricevuto minacce di morte per i centri in Albania
Durante la registrazione di “Porta a Porta” la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rivela di essere stata vittima di minacce di morte dai trafficanti di esseri umani in relazione al caso dei centri in Albania. La premier difende il protocollo d’intesa con Tirana, definendolo una soluzione efficace per gestire i flussi migratori, attirando l’attenzione dell’Europa, sottolineando inoltre come la sua strategia stia funzionando malgrado un marcato ostracismo.
- I centri in Albania e le minacce di morte a Giorgia Meloni
- Meloni e le opposizioni alla soluzione Albania
- I dati sugli sbarchi
I centri in Albania e le minacce di morte a Giorgia Meloni
La rivelazione è di quelle forti, anticipazione dell’intervista a Giorgia Meloni a “Porta a Porta” che sarà trasmessa su Rai1 mercoledì 30 ottobre.
Il presidente del Consiglio dichiara il suo impegno per far funzionare il protocollo con Tirana, considerato cruciale per gestire i flussi migratori. “Viene osteggiato perché forse si è capito che è una soluzione” osserva Meloni parlando dei centri in Albania, considerati “la chiave di volta nella gestione dei flussi non solamente italiani” e capaci di cattuare “l’interesse dell’Unione Europea”.
Giorgia Meloni ha rivelato di aver ricevuto minacce di morte dai trafficanti di esseri umani
“Se tu migrante irregolare che paghi gli scafisti perché arrivi in Italia ma vuoi andare in Germania ti ritrovi fuori dai confini europei, questo è il più grande deterrente” aggiunge Meloni. “È fondamentale per smontare questo business, farò di tutto per farlo funzionare: ho tanti nemici ma anche tanti amici”.
Il riferimento è anche ai trafficanti di esseri umani. I centri “li faremo funzionare” chiarisce “rispettando il diritto internazionale ma creando problemi seri ai trafficanti che mi hanno minacciato di morte“.
Meloni e le opposizioni alla soluzione Albania
Durante l’intervista, Giorgia Meloni punta il dito anche sul tribunale di Bologna, che chiede alla Corte europea di disapplicare il decreto sui Paesi sicuri. Un tentativo che a Meloni sembra “più un volantino propagandistico”.
“Pochi giorni fa il Consiglio d’Europa ha attaccato la polizia italiana, e seguendo questi ragionamenti potrei allora dire che gli immigrati non possono venire in Italia perché l’Italia non è un Paese sicuro” sostiene Meloni.
“Se noi diciamo che l’Egitto non è un Paese sicuro, parliamo di 140 milioni di persone a cui diciamo che possono venire qui, e chi lo regge l’impatto?”
I dati sugli sbarchi
“Allora penso che qui si stia dicendo che l’Italia non può fermare l’immigrazione illegale e deve accogliere tutti. Si vuole impedire che ci si metta un freno. Addirittura le opposizioni in Europa hanno chiesto una procedura di infrazione che non è contro l’Italia, è contro gli italiani” aggiunge Meloni.
Secondo la premier, gli attacchi sono una diretta reazione al fatto che il programma sia efficace. “C’è aggressività perché la strategia del governo sta funzionando, gli sbarchi sono diminuiti del 60% e i rimpatri aumentati del 30%. Si vuole impedire che ci si metta un freno, ma ho preso degli impegni con gli italiani e farò tutto quello che posso per seguire le indicazioni che ho avuto”.