Funivia Mottarone, nuova ipotesi della Procura: le indagini
Prime fasi delle indagini: gli inquirenti al lavoro per chiarire le cause del tragico incidente alla funivia del Mottarone
Gli inquirenti sono al lavoro sul tragico incidente avvenuto domenica sulla funivia Stresa-Mottarone, sulla montagna che sovrasta il Lago Maggiore, che ha provocato 14 vittime. C’è da capire cosa sia successo e perché è precipitata la cabina con a bordo 15 persone. Ed accertare, se ci sono, le eventuali responsabilità.
La procura di Verbania ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo plurimo e posto sotto sequestro l’impianto di risalita e l’intera area dell’incidente. Gli investigatori sono al lavoro per recuperare tutta la documentazione relativa ai dispositivi di sicurezza, i controlli e la manutenzione della struttura.
C’è poi tutto il capitolo delle perizie che verranno affidate a esperti. Si attende, forse già nelle prossime ore, l’iscrizione dei primi nomi nel registro degli indagati. Un passo necessario per consentire gli accertamenti irripetibili che richiedono la presenza dei consulenti di parte.
La Procura: “I freni non hanno funzionato”
Il sistema frenante di sicurezza della funivia del Mottarone “non ha funzionato“, secondo quanto ha riferito il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, parlando con i giornalisti. Tra i reati ipotizzati dalla procura che indaga sulla tragedia, inoltre, c’è il “disastro colposo“. La nuova ipotesi di reato si aggiunge all’omicidio plurimo colposo e alle lesioni colpose per il bimbo ferito in ospedale.
“Le aziende coinvolte sono più d’una, prima dobbiamo nominare i periti per le consulenze tecniche”, ha sottolineato il procuratore. “Per parlare di indagati – ha però precisato – è presto”.
Olimpia Bossi ha spiegato: “Logica vorrebbe che si è spezzato il cavo e l’impianto frenante non ha funzionato, ma può anche essere il contrario. Lo dovranno stabilire i consulenti”.
“Tempo permettendo, se ci sarà la necessità faremo altri sopralluoghi, ma è stato repertato tutto quello che doveva esserlo”, ha aggiunto il procuratore. “Sarà una attività complessa, ci vorrà del tempo”.
Mottarone, le possibili cause dell’incidente
Secondo quanto ricostruito finora, a provocare l’incidente sarebbe stata la rottura della fune d’acciaio traente, che si è spezzata quando la cabina era in prossimità della stazione d’arrivo. La cabina, fuori controllo, ha iniziato a correre all’indietro verso valle accelerando sempre di più fino a divincolarsi dalla fune, precipitando al suolo.
Tra gli elementi da chiarire c’è anche il fatto che il freno di emergenza non si è attivato.
“Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema – ha detto il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini – la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato”.
La mancata attivazione del freno, spiega, “ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno”.
Funivia Mottarone: istituita una commissione d’inchiesta
Il governo ha incaricato una commissione d’inchiesta per indagare sulle cause dell’incidente: “Il Ministero ha già avviato le procedure per istituire una commissione su quanto accaduto e ha già avviato le verifiche sui controlli che sono stati svolti nel passato sull’impianto”, ha detto il ministro delle infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini.
Funivia Mottarone: la nota dell’azienda di manutenzione
In una nota l’azienda che si occupa della manutenzione dell’impianto, la Leitner di Vipiteno, a ha spiegato che “l’ultimo controllo magnetoscopico della fune è stato effettuato a novembre del 2020 e gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità”.
“La revisione generale – prosegue la Leitner in una nota – che consiste in una severa revisione dell’intero impianto, dalle cabine ai carrelli, agli argani e alle apparecchiature elettriche, era stata realizzata nell’agosto del 2016. Da allora, ogni anno a novembre, si sono succeduti con regolarità i controlli alle funi. Sempre con esito positivo”.
“Tutte le funi degli impianti sono sottoposte a controlli visivi frequenti. Bisogna essere certi dell’integrità di tutta la fune, anche della parte interna. Per questo motivo, secondo i piani di manutenzione, le funi sono sottoposte a un controllo magnetoscopico”.
“In pratica, la fune viene sottoposta a un campo magnetico con uno speciale toroide: l’analisi dell’onda elettromagnetica di ritorno permette di evidenziare eventuali anomalie da indagare. Al termine del controllo, il risultato viene validato dall’Ustif, Ufficio speciale trasporti a impianti fissi” scrivono infine dalla Leitner.