Fumo nero e denso per l'incendio vicino la centrale elettrica di Vado Ligure, scuole chiuse: ipotesi del rogo
Un vasto incendio si è sprigionato nell'area della centrale elettrica di Vado Ligure. L'alta colonna di fumo nero e denso visibile a Km di distanza
Una colonna di fumo altissima si è stagliata sulla città di Vado Ligure. È causata dall’incendio che nella mattinata del 5 maggio ha interessato un silos della centrale elettrica Tirreno Power. Il fumo nero è ben visibile anche a chilometri di distanza dalla sede della centrale. Sul posto sono in corso le operazioni dei vigili del fuoco.
- L'incendio divampato nella centrale elettrica
- Gomma e materiale di scarto in fiamme
- Le prime ipotesi sulle origini del rogo
L’incendio divampato nella centrale elettrica
L’incendio è divampato intorno alle 9 di mattina del 5 maggio. Le fiamme hanno interessato un edificio dismesso della centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure, in provincia di Savona.
Il fumo sprigionato dal rogo è molto scuro e denso. Le immagini, immortalate dai residenti della zona, hanno subito fatto il giro del web.
Nonostante l’elevata preoccupazione per il rogo, non si registra nessun ferito né danni a causa delle fiamme sprigionate all’interno della centrale.
Gomma e materiale di scarto in fiamme
L’incendio sarebbe divampato all’interno di un’area dismessa della centrale elettrica di Vado Ligure: un silos in fase di smantellamento.
In particolare, stando a quanto riportato da Rainews, le fiamme avrebbero interessato alcuni locali in cui erano conservati materiali di scarto.
Il fumo nero e denso, infatti, sarebbe causato da tubazioni in gomma e materiale edilizio che hanno preso fuoco.
Sul posto, sono presenti i vigili del fuoco di Savona oltre alle forze dell’ordine e ai soccorritori: automediche e ambulanze del 118.
Le operazioni di spegnimento e la situazione in corso hanno portato alla chiusura temporanea dell’aeroporto di Villanova d’Albenga.
Le prime ipotesi sulle origini del rogo
Le informazioni diffuse non consentono di capire quali siano state le cause del rogo. Il Secolo XIX, tuttavia, riporta l’ipotesi che vi sia stato un surriscaldamento alla base delle fiamme sprigionate “nell’impianto del desolforatore dismesso della centrale termoelettrica”, scrive il quotidiano.
In particolare, i tecnici avrebbero ipotizzato che durante i lavori di smantellamento della struttura, possa essersi surriscaldata la gomma di alcuni apparecchi utilizzati per sigillare il passaggio dell’acqua.
In via precauzionale, vista la densità del fumo, è stata disposta la chiusura delle scuole. Recentemente un altro incendio ha interessato un grande magazzino di Parma. Anche in quel caso, il fumo è stato visibile per diversi chilometri.