Francesco Le Foche pronto per la quarta operazione dopo l'aggressione subita: come sta l'immunologo
L'immunologo Francesco Le Foche ha aggiornato sulle sue condizioni di salute dopo l'aggressione subita da un suo paziente
Francesco Le Foche si sta riprendendo, a distanza di quasi un mese dall’aggressione subita da un suo paziente con diagnosi psichiatrica. L’immunologo ha spiegato all’AdnKronos di aver sostenuto già tre operazioni chirurgiche. E non è finita qui: tra pochi giorni dovrà sottoporsi a un nuovo intervento.
- L'immunologo: "Ho avuto lo scoppio del bulbo"
- Le Foche: non ci sono danni fortemente invalidanti
- L'appello: "Servono lezioni di educazione civica a scuola"
L’immunologo: “Ho avuto lo scoppio del bulbo”
“Sto meglio – ha riferito Le Foche -. Giovedì farò un piccolo intervento all’occhio con il laser perché c’è una lieve infiammazione della retina. Una situazione comprensibile considerato che ho avuto lo scoppio del bulbo e tre interventi, di altissima qualità, in tre giorni. Ringrazio i colleghi per come si sono presi cura di me”.
Il medico è in pensione da ottobre. Tuttavia ha intenzione di continuare a essere utile ai suoi pazienti. Infatti vuole fare rientro in reparto da volontario non remunerato “per i casi particolari in cui posso essere d’aiuto. Per un medico i suoi pazienti restano sempre una priorità”.
Le Foche: non ci sono danni fortemente invalidanti
Le Foche, nonostante l’aggressione sia stata violenta e traumatica, fortunatamente non ha subito danni fortemente invalidanti.
“La vista tutto sommato va bene – ha spiegato – dovrò mettere un cristallino nuovo ma ho recuperato moltissimo. Il grosso rischio era quello di perdere l’occhio, per fortuna al Policlinico Umberto I, la sinergia dell’area universitaria e quella ospedaliera crea una ‘potenza’ culturale che riesce ad avere risultati straordinari sul piano clinico”.
Nel ricordare l’episodio del pestaggio, parla di una sorta di “commedia dell’assurdo”, aggiungendo che aver perso i sensi dopo il primo pugno ricevuto sull’occhio ho perso i sensi. Al risveglio si è ritrovato in rianimazione.
L’appello: “Servono lezioni di educazione civica a scuola”
“Il medico – ha sottolineato – deve superare il momento di crisi. Lo deve fare per i pazienti. Ho sperimentato già due volte l’allontanamento dai miei assistiti, uno per un incidente stradale nel 2015 e l’altro adesso. E quello che più mi ha pesato è stato sottrarre tempo alle persone che stanno male. Tratto patologie serie e allontanarmi dai pazienti mi pesa”.
Le Foche ha ricordato che medico è “un baluardo di salute pubblica” e deve, quindi, essere per forza tutelato. Per questo motivo auspica che ci sia “un cambio di cultura”. Secondo l’immunologo si deve acquisire a livello profondo il concetto che il medico svolge il suo mestiere “per aiutare il malato e per questo aggredirlo, allontanarlo dalla sua attività, danneggia tutti.
Quindi l’appello: “Bisognerebbe inserire nelle lezioni di educazione civica a scuola questa idea di tutela dei professionisti della salute”.