Ferri corti tra Lega e Meloni dopo le Regionali in Sardegna, l'accusa del vice-Salvini Crippa alla premier
La Lega torna alla carica di Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia: dopo le parole di Matteo Salvini è il turno di Andrea Crippa, numero due del Carroccio
Insofferenza. Il risultato delle elezioni Regionali in Sardegna ha lasciato evidenti strascichi nei rapporti decisamente tesi, ormai da mesi, nel centrodestra. Giorgia Meloni ha scelto il candidato, imponendo il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, che ha perso per poche migliaia di voti contro Alessandra Todde. Un ko che però ha dato nuova linfa alle opposizioni, sia esterne (Pd-M5S) sia interne al Governo. La Lega, col vice-Salvini Andrea Crippa, ha esplicitamente puntato il dito contro la premier, condannando la scelta di Truzzu e criticandola per essere andata in Sardegna solo una volta (contro “le 8 di Salvini”). Poi, il paragone con il rimpianto Silvio Berlusconi. Ferri corti alla vigilia del voto in Abruzzo, altro appuntamento elettorale che potrebbe portare nuovi scossoni.
- L'attacco di Andrea Crippa a Giorgia Meloni
- Il paragone con Silvio Berlusconi
- Il graffio a Forza Italia
L’attacco di Andrea Crippa a Giorgia Meloni
Andrea Crippa, vicesegretario della Lega, attacca Giorgia Meloni il giorno dopo le parole del leader del Carroccio, Matteo Salvini, che commentando la sconfitta in Sardegna aveva dichiarato che “si vince e si perde tutti insieme, ma quando cambi il candidato è difficile“.
Riferimento palese a Giorgia Meloni, che ha imposto agli alleati la candidatura di Paolo Truzzu al posto del governatore Christian Solinas, della Lega, indagato per corruzione poche settimane prima del voto in Sardegna.
Andrea Crippa e Matteo Salvini, rispettivamente vicesegretario e segretario della Lega
Ora che gli elettori hanno sancito la vittoria del centrosinistra è tempo di processi interni alla coalizione. E Andrea Crippa, sulla scia del suo segretario, calca la mano ai microfoni del Fatto Quotidiano.
Prima parla di un “buon risultato” per la Lega (che dati alla mano, singolarmente, ha perso migliaia di voti rispetto al 2019), sommando la lista del Carroccio con quella del Partito sardo d’Azione, “faremo subito il gruppo comune in Consiglio regionale. Dall’altra parte FdI ha perso dieci punti rispetto alle Politiche (ma ne ha guadagnati altrettanti rispetto al 2019, in Sardegna, ndr)”. È il gioco delle parti, ma l’attacco più duro ed esplicito arriva sulla scelta di Truzzu:
“C’è stato un errore nella scelta: non si può catapultare da Roma un candidato senza ascoltare e conoscere il territorio. Tanto più che Salvini è stato 8 volte in Sardegna prima del voto e Meloni una sola“.
E se per FdI il centrodestra avrebbe perso anche con Solinas, Crippa la pensa diversamente: “I sardi avrebbero capito la continuità”.
Il paragone con Silvio Berlusconi
Il vice-Salvini rincara la dose tirando in ballo la leadership e il senso di coalizione che, a suo dire, non sarebbero nelle corde di Giorgia Meloni.
Crippa tira in ballo Silvio Berlusconi: “La coalizione va governata come faceva Berlusconi, che era molto generoso e concedeva qualcosa a tutti. Non si vince da soli, uno può rivendicare anche un proprio candidato, ma si devono avere degli uomini all’altezza. Noi li abbiamo, sono ottimi amministratori sul territorio e infatti è proprio per questo che chiediamo il terzo mandato per Zaia. Mi auguro di poter ricandidare uno che ha il 70% dei voti in Veneto. Alle elezioni regionali i nostri candidati, come Zaia e Fedriga, hanno sempre preso più voti rispetto alle proprie liste”.
Il graffio a Forza Italia
Crippa sposta poi l’orizzonte oltre le elezioni Regionali in Abruzzo del 10 marzo, parlando di quelle in programma in Basilicata il 21-22 aprile.
Il governatore uscente è Vito Bardi di Forza Italia, ma il vicesegretario del Carroccio si aspetta un sacrificio da parte di Antonio Tajani.
“Noi abbiamo fatto uno in Sardegna (rinunciando a Christian Solinas per Paolo Truzzu, ndr), Fratelli d’Italia in Sicilia (Renato Schifani per Nello Musumeci, ndr): ora tocca a Forza Italia”, ha spiegato.