Fermato un uomo per l'aggressione della psichiatra a Pisa: Barbara Capovani è in fin di vita
Un uomo è stato fermato come presunto responsabile dell'aggressione contro Barbara Capovani, la psichiatra dell'ospedale di Pisa
Le indagini sull’aggressione della psichiatra a Pisa giungono ad una possibile svolta. Un uomo è stato fermato come sospetto per il tentato omicidio di Barbara Capovani, che in questo momento si trova in fin di vita. La donna è stata brutalmente picchiata all’ingresso dell’ospedale Santa Chiara nella serata di venerdì 21 aprile.
- Psichiatra aggredita a Pisa, fermato un uomo
- Chi è il presunto aggressore
- L'aggressione contro Barbara Capovani
Psichiatra aggredita a Pisa, fermato un uomo
Secondo le prime indiscrezioni, l’uomo che ha aggredito la psichiatra nella serata di venerdì 21 aprile potrebbe essere un paziente.
Come riporta ‘La Nazione’, alle 4 della notte tra sabato 22 aprile e domenica 23 è stato fermato un uomo di 35 anni di nazionalità italiana.
L’ingresso dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, luogo in cui è stata aggredita la psichiatra Barbara Capovani
Secondo ‘Corriere fiorentino’, il 35enne sarebbe un ex paziente della Capovani che su Facebook si definisce uno sciamano: “Sono uno sciamano, mediatore fra invisibile e visibile; collego le dimensioni”.
Gli inquirenti sarebbero riusciti ad identificarlo grazie alle videocamere di sorveglianza e alla testimonianza di una donna, un’infermiera del reparto pediatria dello stesso ospedale.
Chi è il presunto aggressore
Fino alle 22 di ieri sera, scrive ‘Repubblica’, le indagini degli inquirenti si concentravano su due pazienti, uno dei quali era il sospettato fermato alle 4 del mattino.
Quest’ultimo, ricordiamo, sui social si spacciava per uno sciamano. ‘Corriere fiorentino’ aggiunge che lo stesso avrebbe più volte presentato denuncia ai carabinieri per presunti complotti.
Ancora, il 35enne avrebbe dei fogli di via per le province di Lucca e Prato, e sarebbe già stato arrestato una volta per aver aggredito una guardia giurata all’esterno del tribunale di Lucca, presso il quale si era recato per essere sottoposto a un processo.
L’uomo risulterebbe residente nella Versilia.
L’aggressione contro Barbara Capovani
L’agguato ha avuto luogo intorno alle 18:30 di venerdì 21 aprile. Barbara Capovani, la vittima, aveva appena terminato il suo turno presso l’ospedale Santa Chiara e si approssimava all’uscita.
Le telecamere di videosorveglianza hanno inquadrato un uomo che intenzionalmente si era camuffato per non essere riconosciuto: un completo nero, un berretto e una mascherina anti Covid per travisare il volto.
L’aggressore si trovava a circa una trentina di metri dal portone del reparto psichiatria. Quando la Capovani è salita sulla sua bicicletta, l’uomo le ha teso l’agguato colpendola ripetutamente con un oggetto contundente – una spranga, secondo gli inquirenti – fino a farle perdere i sensi.
L’uomo sarebbe poi fuggito da una parte retrostante del reparto, un dettaglio che secondo gli inquirenti lascerebbe comprendere che l’aggressore conoscesse la struttura dell’ospedale.
Per questo motivo gli investigatori esamineranno il telefonino della psichiatra aggredita con lo scopo di verificare se tra il sospetto fermato nella notte e la vittima ci siano stati dei contatti.
L’aggressione ha rinnovato la preoccupazione del personale sanitario in termini di sicurezza. Intorno a Barbara Capovani e la sua famiglia – un marito e tre figli – è iniziato un girotondo di solidarietà ma anche di protesta. Una sua collega psichiatra ha riferito a ‘Repubblica’: “Quello che le è accaduto potrebbe succedere a ognuno di noi. Siamo sempre esposti a rischi gravissimi“.