West Nile virus, cos'è la febbre del Nilo e cosa comporta
Cos'è la febbre del Nilo che sta facendo salire l'allarme in Italia
All’ospedale Maggiore di Lodi alcune persone sono state ricoverate a causa della Febbre del Nilo o West Nile Disease. “Si tratta di pazienti dall’età compresa tra i 49 e i 79 anni” ha comunicato la dottoressa Maria Chiara Cerri, che in questo momento sono stati portati in reparti differenti tra i quali anche quello di Neurologia e Medicina, con sintomi diversi l’uno dall’altro, come ha riportato l’Ansa.
Febbre del Nilo, 10 persone ricoverate a Lodi: cos’è e come si trasmette
Il primario del reparto di Malattie infettive Angelo Regazzetti dell’ospedale Maggiore ha spiegato che per questa malattia non esiste “vaccino possibile”, ma cos’è la Febbre del Nilo?
Come spiega l’Istituto superiore della sanità, si tratta di una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un patogeno presente quasi ovunque nel mondo e che usa come mezzo di trasmissione principale nell’uomo la zanzara comune, del tipo Culex pipiens.
Il virus fu isolato per la prima volta in Uganda nel 1937 nel distretto West Nile, da cui prende il nome, e da allora si è diffuso rapidamente in Africa, Europa, Medio Oriente, Nord America e Asia occidentale.
La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. I vettori principali sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono appunto la modalità principale di contagio per l’uomo.
Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.
Febbre del Nilo, persone ricoverate a Lodi: i sintomi e le cure
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con un sistema immunitario più debole come gli anziani.
Nella maggior parte dei casi non si riscontra alcun sintomo. Fra le persone sintomatica, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei.
La durata dei sintomi può variare da pochi giorni a, in rari casi, qualche settimana, e si presentano in forme molto diverse a seconda dell’età del paziente. Gli anziani e nelle persone con deficit del sistema immunitari possono reagire con una sintomatologia rilevante. Questo accade in media a meno dell’1% delle persone colpite, portando fino ad alcuni effetti neurologici gravi e permanenti. I un caso su mille il virus può causare un’encefalite letale.
Per la Febbre del Nilo non esistono vaccini, alcuni sono attualmente in fase di studio, né terapie specifiche. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.
Il modo migliore per combattere questa malattia rimane quindi la prevenzione, che in questo caso significa soprattutto evitare il più possibile di essere esposti alle punture di zanzare.