Fase 2, cosa succede "se le cose vanno male": parla Ricciardi
Il rischio è quello di una nuova chiusura: il tempo a disposizione per la valutazione è di 15 giorni
Non usa mezzi termini Walter Ricciardi, consigliere del ministro alla Salute Roberto Speranza: “Se le cose vanno male, si richiude”. Con l’inizio della Fase 2 nella giornata di oggi, sono in molti a chiedersi cosa accadrebbe se il coronavirus tornasse a diffondersi durante il periodo di allentamento delle misure restrittive.
Secondo Ricciardi “non è ancora finita“, come ha dichiarato a Repubblica in un’intervista. “Dobbiamo avviare un cambiamento culturale per convivere con il coronavirus”.
Con la riapertura di alcune attività e oltre 4 milioni di italiani che tornano al lavoro, il rischio c’è: “Voglio ricordare che come si è aperto si può anche richiudere“, è l’avvertimento di Ricciardi.
“Per farlo – ha spiegato – abbiamo degli indicatori che ci permettono di prendere misure correttive nel caso di un ritorno dell’epidemia”. Poi la precisazione: “Se le cose vanno male“, le chiusure “avvengono automaticamente”.
La Fase 2 è “rischiosa” a detta dell’esperto, basta pensare che “certe regioni sono ancora in piena fase 1. Quindi riapriamo – ha spiegato – quello che va riaperto come dice il piano, in modo graduale e funzionale alle esigenze del Paese”.
Per capire “se le cose vanno male”, ha chiarito Ricciardi, il tempo a disposizione è di due settimane, quello “dell’incubazione ma anche dello sviluppo dei primi casi secondari”. Nello stesso periodo “si vedrà se la malattia torna a diffondersi in modo esponenziale”.
Gli italiani, secondo il consigliere di Speranza, hanno cambiato atteggiamento: “Ho visto un grande senso di responsabilità da parte loro, quando sono rimasti ha casa – ha chiarito -. Ma non so se nella nuova fase si terrà un comportamento costantemente virtuoso”.
In merito alla mascherina, Ricciardi ha dichiarato: “Si pensa che basti averla per essere protetti, anche al di là di come la si mette. E invece ci sono documentati effetti collaterali quando viene usata male, o troppe volte male”.
“Questo dispositivo – ha concluso – rischia di dare un eccesso di sicurezza, ad esempio di far ridurre le distanze dagli altri, soprattutto negli ambienti chiusi. I rischi derivano dalla manipolazione, dalla tendenza a maneggiarla, abbassarla. Paradossalmente quando la si usa ci si tocca più di frequente il viso e gli occhi”.