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Esplosione a Bologna nella fabbrica Toyota, Lorenzo Cubelli aspetta un figlio: il dolore del padre

Il padre di una delle vittime dell'esplosione alla fabbrica Toyota ha parlato. Dal racconto emerge che Lorenzo Cubelli stava per diventare papà

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Un’esplosione devastante nello stabilimento Toyota Material Handling a Borgo Panigale ha causato la morte di Lorenzo Cubelli, un giovane operaio, e di un suo collega. Lorenzo, come racconta suo padre tra le lacrime, “non ha potuto vivere l’emozione di conoscere la sua futura bambina”.

Lorenzo Cubelli: parla il padre

Il padre di Lorenzo, Domenico Cubelli, ha condiviso il ricordo del figlio. “È morto insieme al suo amico” e ha ricordato anche di come Lorenzo affrontasse lunghi tragitti ogni giorno per raggiungere il posto di lavoro. “Faceva tanti chilometri per venire a lavorare. E non è più tornato a casa”.

La tragedia è resa ancor più straziante dal fatto che Lorenzo stava per diventare padre: la compagna è infatti incinta di cinque mesi.

Esplosione alla fabbrica Toyota: 2 morti

“Non ha avuto la soddisfazione nemmeno di vedere sua figlia,” ha concluso il padre, non riuscendo a trattenere le lacrime per l’incidente e le sue tragiche conseguenze.

Il lavoro: cosa faceva

Lorenzo Cubelli lavorava nella fabbrica dove è avvenuto l’incidente da circa 10 anni. Il suo ruolo era “jolly della logistica”. Il padre si è domandato il motivo per il quale si trovava proprio nel luogo dell’incidente. “Si trovava bene”, dice il padre della vittima, riferendosi al lavoro.

Si lascia andare, durante l’intervista fuori dalla fabbrica, ad alcuni commenti sulla questione della sicurezza sul posto di lavoro. “La gente non può morire tutti i giorni. Va a lavorare e non torna più a casa”, ha detto.

Cosa è successo alla Toyota

L’esplosione si è verificata il 23 ottobre nello stabilimento Toyota Material Handling, nel quartiere Bargellino. Al momento l’azienda ha sospeso tutte le attività fino a nuova comunicazione. I circa 850 lavoratori sono stati messi in cassa integrazione, mentre sono iniziate le indagini per accertare le cause dell’incidente.

Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil, ha ribadito la necessità di investire in sicurezza e ha annunciato che il sindacato si costituirà parte civile nell’inchiesta.

Le istituzioni e personalità pubbliche hanno espresso vicinanza alle famiglie delle vittime. Da Bologna, il presidente Sergio Mattarella ha lanciato un accorato appello per la sicurezza sui luoghi di lavoro, seguito da numerosi interventi di leader politici e dell’arcivescovo Matteo Zuppi: “Non si può morire di lavoro,” ha affermato.

Fonte foto: ANSA

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