Emergenza coronavirus, cosa prevede il piano Borrelli
Il capo della Protezione civile Angelo Borrelli è stato nominato commissario straordinario per l'emergenza coronavirus
L’emergenza coronavirus finisce nelle mani del capo della Protezione civile Angelo Borrelli, nominato commissario straordinario dal premier Conte, in analogia a quanto accadde nel 2003 con la Sars, quando fu Guido Bertolaso ad essere nominato commissario. Spetterà a lui coordinare i tanti pezzi dello Stato – ministeri, enti, Regioni, Asl – per contrastare la diffusione del virus.
L’annuncio è stato dato venerdì da Conte al termine della riunione del Comitato operativo della Protezione civile, cui ha partecipato anche il ministro della Salute Roberto Speranza.
Nelle prossime ore sarà firmata un’ordinanza contenente la sua nomina, l’indicazione della struttura commissariale che lo supporterà e lo stanziamento di 5 milioni di euro per la prima fase dell’emergenza.
Borrelli, secondo quanto riporta Ansa, ha già cominciato ad abbozzare un piano d’intervento che prevede anche, tra le altre cose, la possibilità di requisire hotel o strutture ricettive per sistemare le centinaia di turisti cinesi presenti nel nostro paese e che devono essere rimpatriati visto il blocco dei voli.
“Il nostro paese ha messo in piedi un sistema di prevenzione che ci consente di gestire in modo assolutamente adeguato questa situazione, nessuna paura e nessun allarmismo” ha detto Borrelli, confermando che il compito della protezione civile “sarà quello di coordinare una macchina complessa per fare ogni attività necessaria di prevenzione ed evitare così la diffusione del virus”.
Borrelli potrà agire in deroga alle norme per realizzare celermente le misure che saranno decise. Molte le questioni da affrontare, a partire dal rimpatrio delle migliaia di cinesi che si trovano in Italia e non possono tornare a casa a causa dello stop dei voli.
L’ordinanza nominerà soggetto attuatore Enac e Farnesina, in modo che si potrà lavorare ad un programma di partenze per la Cina, quando sarà il momento. Ed intanto gestire l’ospitalità dei cittadini cinesi: soltanto negli aeroporti romani ce ne sarebbero 500 bloccati. Per questo si sta ragionando sull’ipotesi di requisire gli alberghi.
Dovranno poi essere decise le modalità con cui fare i controlli in porti, stazioni ed aeroporti e le aree nei terminal da dedicare agli screening sanitari; l’eventuale blocco di voli da altri Paesi, le regole da seguire quando arrivano passeggeri dalla Cina e anche per chi fa scali intermedi.
Il piano dovrebbe prevedere anche l’adozione di sistemi di protezione individuale per tutti gli operatori di sanità che hanno a che fare con l’emergenza e una più completa informazione da parte delle autorità sanitarie a tutti quelle istituzioni e aziende che erogano servizi e che sono a diretto contatto con il pubblico: dalle ferrovie alle poste e ai trasporti pubblici locali, dai vigili del fuoco alle forze di polizia.
Per quanto riguarda Regioni e Asl, saranno chiamate ad individuare gli ospedali che diventeranno il presidio per le situazioni di emergenza, mentre lo Spallanzani resta il centro di riferimento. Come avvenuto nel 2003 per la Sars, i fondi stanziati serviranno anche ad attivare nuovi medici e personale infermieristico, nonchè ad adeguare e potenziare le strutture dedicate alle malattie infettive.