Elsa Fornero salvata dall'orto dopo la gogna politica: "Zappare è terapeutico e fa bene alla salute"
Elsa Fornero si confida: la tv come ancora di salvezza per la riconquista della dignità pubblica e la cura dell'orto come attività terapeutica
Elsa Fornero salvata dalla tv e dall’orto dopo la gogna politica. L’ex ministra del lavoro e delle politiche sociali (ha ricoperto la carica dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013 durante il governo Monti) ha dichiarato che le ospitate sul piccolo schermo le hanno permesso di riabilitare la sua reputazione e che zappare il suo orto trova che sia un’attività terapeutica.
- Elsa Fornero e la passione per l'orto
- La tv e la risalita verso "la luce della dignità pubblica"
- La "dote d'odio" e l'ipotetico incontro con Salvini
Elsa Fornero e la passione per l’orto
“Zappare è una attività terapeutica. Cipolle, pomodori, soprattutto patate. Nel mio paesino nel canavese ho destinato il mio impegno alla coltivazione diretta”, ha spiegato la Fornero in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano.
“Zappare rende felici. E fa bene alla salute”, ha aggiunto l’ex ministra che ha una vera e propria passione per la cura dell’orto.
Elsa Fornero
La tv e la risalita verso “la luce della dignità pubblica”
Da tempo è diventata un’ospite fisso di La7. Per la Fornero la tv è stata un’ancora di salvezza dopo tutti gli attacchi ricevuti dai politici durante e dopo il suo incarico al ministero.
“La televisione – ha spiegato l’economista – è stata la mia risalita verso la luce della dignità pubblica. La televisione mi ha ripulito il viso dal fango che altri mi avevano buttato addosso per screditare la correttezza del mio lavoro. Mi ha restituito la reputazione professionale e anche la dote della mia competenza”.
La legge Fornero è stato uno dei provvedimenti più odiati del governo Monti. La professoressa ha commentato la questione, sostenendo che lei ha fatto da pungiball.
L’ex ministra ha ricordato come “tutti le abbiano dato addosso facendo finta di non sapere che l’Italia, al tempo della riforma delle pensioni, era ben oltre la soglia critica, era già dentro un terribile tsunami finanziario”.
La “dote d’odio” e l’ipotetico incontro con Salvini
L’economista ha inoltre sottolineato come non fu solo Salvini “a tributarmi quella dote d’odio, ad issarmi sulla forca pubblica, a ingiuriarmi persino sotto casa”. “Il Pd – ha aggiunto -, che pure aveva votato la mia legge, mi trattava come un’appestata e tutta la società politica mi riteneva un fuor d’opera”.
A proposito del leader della Lega, quando le è stato chiesto cosa gli direbbe se lo incontrasse oggi, è arrivata la seguente risposta: “Lo affronterò con un mister Salvini, I presume! E comunque ripeto, pure il Pd mi mostrava segni di evidente seppur tacita repulsione. Schifati e scontenti”.