Elezioni 2020: chi ha la febbre può votare? Le regole anti-Covid
In vista delle elezioni del 20-21 settembre il governo ha stilato un protocollo sanitario contro il coronavirus
Il 20 il 21 settembre si vota per il referendum costituzionale confermativo relativo alla riduzione del numero dei parlamentari, per le elezioni suppletive del Senato della Repubblica, per le Regionali e le Comunali. Con la pandemia da Covid-19, il governo ha stilato un protocollo sanitario contro il coronavirus per tutelare la salute pubblica ed evitare nuovi contagi.
All’interno del documento “Protocollo sanitario e di sicurezza per lo svolgimento delle consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2020” messo a punto dai ministeri della Salute e dell’Interno ci sono delle rigide norme che devono essere applicate per svolgere le elezioni in sicurezza.
Elezioni 2020: le regole anti-Covid
Saranno predisposti percorsi differenziati di entrata e uscita dal seggio. Previsti distanza di sicurezza, guanti e mascherina per scrutatori e presidenti di seggio.
Elezioni 2020: cosa succede in caso di febbre, tosse o mal di gola
Il protocollo sanitario prevede che non può votare chi alla data del voto ha febbre pari o superiore a 37.5 o nei 14 giorni precedenti ha avuto contatti diretti con persone positive. Chi presenta sintomi tipici dell’influenza che riguardano le vie respiratorie (tosse e mal di gola) è invitato a non votare.
Al momento non c’è l’obbligo di misurare la temperatura corporea fuori dai seggi elettorali; la decisione viene lasciata ai cittadini stessi.
Distanziamento, mascherine e guanti
Fuori e all’interno dei seggi deve essere garantita la distanza di sicurezza; questa deve essere di almeno un metro tra i cittadini in attesa di entrare in cabina elettorale e di almeno due metri tra elettori e scrutatori.
Chi si reca alle urne deve obbligatoriamente indossare la mascherina tranne che al momento del riconoscimento con la foto sul documento d’identità. Deve igienizzarsi le mani all’ingresso del seggio, prima di ricevere la scheda elettorale e prima di lasciare la struttura. Scrutatori e presidenti di seggio dovranno indossare i guanti prima di consegnare le schede e procedere al conteggio delle stesse.
Voto negli ospedali e voto domiciliare
Il decreto di indizione del voto ha sottolineato la necessità di garantire il diritto di voto anche per quanti sono sottoposti a terapia anti-Covid o in quarantena. Ecco quindi che nelle strutture sanitarie con almeno 100 e fino a 199 posti-letto, che ospitano reparti Covid, verranno costituite sezioni elettorali ospedaliere. Esse saranno abilitate alla raccolta del voto domiciliare degli elettori sottoposti a trattamento domiciliare o in condizioni di quarantena o di isolamento fiduciario per il coronavirus.
Queste persone dovranno far pervenire, tra il decimo e il quinto giorno precedente le consultazione, al sindaco del Comune di residenza una dichiarazione che attesta la volontà di esprimere il voto presso il proprio domicilio e un certificato che indichi la condizione di contagiato. Il voto verrà raccolto “durante le ore in cui è aperta la votazione. Viene assicurata, con ogni mezzo idoneo, la libertà e la segretezza del voto nel rispetto delle esigenze connesse alle condizioni di salute dell’elettore”.