È morto a 90 anni Paolo Inzerilli ex capo dell'operazione Gladio: cos'era e perché il generale andò a processo
Il generale Paolo Inzerilli, morto a 90 anni, era stato a capo di Gladio, l'operazione attivata durante la guerra fredda contro l'Unione Sovietica
Il generale di Corpo d’armata Paolo Inzerilli è morto domenica 24 marzo all’età di 90 anni, dopo una lunga carriera costellata di ruoli importanti nei servizi segreti italiani, tra cui quello di capo della struttura segreta della Nato chiamata Gladio, creata durante la guerra fredda per contrastare un’eventuale invasione dell’Europa occidentale da parte dell’Unione Sovietica. Gladio, l’operazione promossa dalla CIA, fu riconosciuta nel 1990 da Giulio Andreotti e nel 1992 l’indagine in merito fu archiviata a favore di Inzerilli e altri imputati, dopo un lungo processo.
- Chi era il generale Paolo Inzerilli, l'ex capo di Gladio morto a 90 anni
- L'annuncio della morte dell'associazione Stay Behind
- Cos'era l'operazione Gladio
- Le ammissioni di Andreotti e Cossiga e il processo
Chi era il generale Paolo Inzerilli, l’ex capo di Gladio morto a 90 anni
Il generale Paolo Inzerilli è stato una figura nota e controversa nell’ambiente della difesa italiana. Nato a Milano nel 1933, ha ricoperto vari ruoli di responsabilità nei servizi segreti italiani e come Capo di Stato Maggiore dei Servizi Segreti Militari-Sismi dal 1989 al 1991.
Ricoprì inoltre il ruolo di Capo della struttura Gladio dal 1974 al 1986 e Capo dell’Ufficio Nazionale di Sicurezza dal 1987 al 1989.
Il generale Paolo Inzerilli è morto a Milano il 24 marzo 2024
L’annuncio della morte dell’associazione Stay Behind
L’Associazione Stay Behind ha comunicato la scomparsa del Generale Paolo Inzerilli, ricordandolo come una figura di spicco nel panorama dei servizi segreti italiani e un valoroso ufficiale degli Alpini.
“Il Generale Paolo Inzerilli sarà ricordato non solo per le sue straordinarie capacità professionali, ma anche per la sua umanità e il suo impegno costante a difesa dei valori fondamentali della democrazia e della sicurezza nazionale” recita la nota diramata dall’associazione.
“La sua scomparsa rappresenta una perdita irreparabile per l’Italia nel suo complesso. Il suo esempio e il suo spirito guideranno per sempre coloro che continuano a lavorare per la sicurezza e il bene del nostro paese (…) Il suo spirito e la sua eredità continueranno a ispirare e a guidare le future generazioni di servitori della patria”.
Cos’era l’operazione Gladio
L’operazione segreta promossa dalla CIA con il nome in codice “Gladio” risale alla guerra fredda, con lo scopo di creare reti paramilitari clandestine, chiamate “stay-behind“, per contrastare un’ipotetica invasione dell’Unione Sovietica e dei paesi del Patto di Varsavia, nonché della Jugoslavia di Tito.
Queste reti avrebbero condotto azioni di sabotaggio, guerra psicologica e guerriglia dietro le linee nemiche. Gladio ha operato in Europa in collaborazione con i servizi segreti e altre agenzie governative.
La sua esistenza è stata riconosciuta solo negli anni ’90, e ha generato dibattiti e controversie riguardo al suo ruolo e alle sue attività.
Le ammissioni di Andreotti e Cossiga e il processo
Il riconoscimento ufficiale dell’esistenza di un’operazione dei servizi segreti denominata Gladio avvenne il 24 ottobre 1990 sotto la presidenza di Giulio Andreotti. Francesco Cossiga, all’epoca sottosegretario alla difesa, ammise nel 1990 il suo coinvolgimento nell’organizzazione durante un discorso a Edimburgo.
Successivamente, in seguito all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ammiraglio Fulvio Martini e del generale Paolo Inzerilli per presunte responsabilità militari legate a Gladio, Cossiga si autoaccusò presso la Procura di Roma.
Nel 1991, il giudice Felice Casson trasferì il fascicolo all’autorità romana competente, la quale il 3 febbraio 1992 archiviò l’indagine, stabilendo che Gladio non costituiva un reato penale.