Drusi del Golan, chi sono e perché sono vicini a Israele: la differenza coi drusi di Galilea
Chi sono i drusi, la minoranza religiosa alla quale appartenevano le vittime di Majdal Shams, e le differenze tra le comunità della Galilea e del Gola
La comunità dei drusi del Golan piange la morte dei 12 bambini vittime del razzo esploso su un campetto di calcio di Majdal Shams. Nell’attacco che rischia di acutizzare l’altro fronte della guerra in Medioriente, tra Hezbollah e Israele, è finita in mezzo questo minoranza etnico-religiosa di derivazione islamica divisa soprattutto tra Libano e Siria, ma con diversi insediamenti anche in Galilea e nelle Alture del Golan, dove la cittadina colpita dalla strage del 27 luglio rappresenta il principale centro del gruppo di lingua araba.
Chi sono i drusi
Il termine “druso” deriva da al-Darazi, tra i primi esponenti della dottrina monoteista e riformista che ha avuto origine in Egitto nell’XI secolo dopo Cristo all’interno del movimento ismailita, corrente dell’Islam sciita.
La fede drusa si distacca, però, da quella musulmana per la presenza al suo interno di fondamenti anche delle altre due religioni monoteiste, ebraismo e cristianesimo, oltre che di elementi dell’induismo e della filosofia greca. Il credo viene tramandato oralmente di generazione in generazione e viene considerato eretico da buona parte del resto dell’Islam.
Migliaia di persone ai funerali delle giovanissime vittime della comunità drusa a Majdal Shams
I drusi in Israele
In totale la popolazione drusa è stimata in circa un milione di persone, l’85% distribuito tra Siria e Libano e il restante in Israele, dove si calcolano circa 150mila persone.
Il gruppo di lingua araba è una comunità chiusa nella quale è vietata la conversione alla propria fede da parte di estranei e i matrimoni tra appartenenti ad altre etnie sono molto rari.
In Israele la stragrande maggioranza della popolazione drusa vive in Galilea e nelle Alture del Golan, quest’ultimo storico territorio crocevia tra Siria, Libano e lo Stato ebraico, occupato da Tel Aviv nella guerra dei Sei Giorni del 1967 e annesso formalmente nel 1981. Un’operazione che non ha mai ricevuto il riconoscimento da parte dell’Onu e della maggioranza della comunità internazionale.
I drusi del Golan e della Galilea
Se in Galilea i drusi si sono negli anni sempre più integrati con la popolazione israeliana, acquisendo la cittadinanza e arruolandosi nell’esercito, diversa è la situazione delle circa 20mila persone appartenenti alla minoranza etnica nelle Alture del Golan, dove continuano a rivendicare il forte legame con la madrepatria siriana e a rifiutare il passaporto israeliano.
Una distanza che si è però ridotta negli ultimi anni con lo scoppio della guerra civile siriana, nel 2011, da quando anche dagli insediamenti drusi nell’altopiano sono cominciate ad arrivare richieste di cittadinanza, soprattutto tra le nuove generazioni, che sono quadruplicate tra il 2017 e il 2022.
Come sottolineato dalla giornalista Allison Kaplan Sommer in una recente analisi sul quotidiano Haaretz, anche “il massacro di Hamas del 7 ottobre e soprattutto la diffusione della guerra sul fronte settentrionale hanno avuto un effetto di ‘israelizzazione’ sulle comunità druse nel Golan”.