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Doppio femminicidio e sentenza choc a Modena, ministra Roccella fa polemica: "Passi indietro"

Sentenza sul doppio femminicidio a Modena di Gabriela Trandafir e della figlia Renata: la ministra Roccella critica pesantemente i giudici

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Una sentenza della Corte d’Assise di Modena sul doppio femminicidio di Gabriela Trandafir e della figlia Renata, uccise nel 2022 a Cavazzona di Castelfranco Emilia, sta suscitando polemiche. La ministra Eugenia Roccella ha criticato duramente il ragionamento che avrebbe portato i giudici a non applicare l’ergastolo all’imputato, parlando di “elementi preoccupanti” e di un arretramento nella lotta contro la violenza di genere.

La sentenza di Modena sul doppio femminicidio

La Corte ha condannato Salvatore Montefusco, 72 anni, a 30 anni di reclusione, escludendo l’ergastolo richiesto dalla Procura. Secondo i giudici, l’uomo sarebbe stato “indotto” al duplice omicidio da dinamiche familiari, ritenute “umanamente comprensibili”.

Queste motivazioni hanno provocato la reazione della ministra Eugenia Roccella, che ha all’Ansa dichiarato: “Leggeremo ovviamente il testo integrale della sentenza, ma se gli stralci pubblicati oggi fossero confermati, rischiamo un pericoloso passo indietro nella lotta contro i femminicidi e la violenza maschile”.

Eugenia RoccellaFonte foto: ANSA

La ministra Eugenia Roccella

Secondo Roccella motivazioni come la “comprensibilità umana” dei gesti rischiano di aprire un vulnus nella nostra cultura giuridica.

L’attacco di Roccella

La ministra ha proseguito criticando il ragionamento che sembra emergere dalla sentenza: “Non credo sfugga a nessuno la pericolosità di una linea che, giustificando un duplice omicidio con cause ‘umanamente comprensibili’, legittima una visione arretrata e incompatibile con l’evoluzione culturale necessaria”.

Per la ministra serve una lotta continua contro “la cultura patriarcale” e la “giustificazione della violenza di genere”.

Le altre reazioni politiche

Le parole di Roccella sul duplice femminicidio di Modena hanno trovato eco in numerose dichiarazioni politiche.

Il Movimento 5 Stelle ha definito “sconcertanti” le motivazioni della Corte, sottolineando che “non esistono ragioni comprensibili per un duplice femminicidio”.

Anche Maria Elena Boschi di Italia Viva ha dichiarato: “Questa sentenza ci riporta indietro di decenni, cancellando progressi ottenuti con battaglie decennali”.

La responsabile di Sinistra Italiana, Marilena Grassadonia, ha parlato di “vittimizzazione secondaria” che rischia di spostare la colpa delle violenze sulle vittime.

L’opinione di Differenza Donna

Secondo le organizzazioni contro la violenza sulle donne, come Differenza Donna, la sentenza evidenzia un problema culturale e di formazione per i magistrati: “Serve una preparazione adeguata per chi giudica questi crimini. Giustificare un femminicidio con dinamiche familiari rischia di perpetuare la violenza”.

femminicidio-sentenza-modena-roccella Fonte foto: ANSA / Gabriela Trandafir
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