Gioele morto dopo l'incidente? L'autopsia riapre la pista
Nuove rivelazioni sul caso di Viviana Parisi e del piccolo Gioele, dopo l'autopsia sui resti di quest'ultimo
È stata effettuata l’autopsia sui resti del bambino trovati nelle campagne di Caronia che dovrebbero essere di Gioele, il piccolo di 4 anni scomparso con la madre Viviana Parisi il 3 agosto scorso. La donna è stata trovata morta cinque giorni dopo, mentre i resti del piccolo sono stati scoperti il 18. Il legale della famiglia, Claudio Mondello, ha spiegato: “È impossibile che nessuno abbia visto”.
Oltre all’esame autoptico sono stati effettuati degli accertamenti di tipo biologico eseguiti sui campioni rilevati dalla Polizia Scientifica di Palermo sull’Opel Corsa di Vivana Parisi il 6 agosto. Insieme a quanto emerso dall’autopsia su Gioele, indicherebbero che il bambino sarebbe rimasto ferito mortalmente nell’incidente sulla A20. Ne dà notizia l’Ansa.
“Ci vuole prudenza, anche se stanno emergendo degli spaccati che fanno pensare si possa trattare di una tragica fatalità. Bisogna avere pazienza ed essere molto cauti. Al momento non ci sono punti fermi”, ha tuttavia ribadito il legale della famiglia Parisi, l’avvocato Nicodemo Gentile, ascoltato dall’Ansa.
L’autopsia di Gioele Mondello, le parole del medico legale
Il medico legale Giuseppina Certo, consulente della famiglia Mondello, ha rilasciato alcune dichiarazioni dopo aver preso parte all’autopsia del piccolo Gioele. “I resti del cadavere sono abbastanza compromessi – ha spiegato il medico, come riporta l’Ansa – ci sono lesioni da macro fauna, cioè morsi di animali selvatici. C’è del terriccio che è stato analizzato e prelevato. Non si può dire ancora dove il bambino è morto e capire se è stato morso prima o dopo la morte. Sono valutazioni che si faranno concatenando i vari risultati”.
“Abbiamo acquisito dei dati – ha aggiunto – mancano gli arti e parti di tessuti. Allo stato non è possibile ricavare elementi utili se non da tutti i fattori che potranno emergere dall’indagine specialistica. Deve essere tutto ricostituito singolarmente mettendo assieme tutti i tasselli. Oggi non si può mettere alcun punto certo sull’analisi del bambino”.
Gioele, cosa è emerso dalla Tac
Dalla tac effettuata prima dell’autopsia sono emerse delle piccole pietre tra i resti del bambino trovati nelle campagne di Caronia, che potrebbero essere utili per stabilire il luogo e il momento della sua morte.
Gioele, trovate micro tracce di sangue sul cranio
Come riporta ‘Adnkronos’, sul cranio di Gioele “sono state riscontrate” delle “micro tracce di sangue” con “infingimento osseo“. Sempre ‘Adnkronos’ ha appreso che una delle ipotesi è che il bimbo possa aver avuto una emorragia cerebrale.
Per i periti che hanno visionato il cranio, il bambino potrebbe avere “battuto la testa contro una superficie non particolarmente dura”, quindi, per esempio, anche un sedile di una macchina.
A questo punto potrebbe prendere quota, sempre di più, l’ipotesi dell’incidente in auto che avrebbe provocato “lesioni importanti” al cranio del figlio di Viviana Parisi. Seppure non mortali.
Gli inquirenti si trincerano dietro il ‘no comment’, ma stando a quanto riferisce ‘Adnkronos’, sembra che nell’auto di Viviana siano state trovate anche delle micro tracce biologiche, forse di sangue, che fanno pensare a una ferita, seppure lieve, del bambino.
L’avvocato della famiglia Mondello: “Impossibile che nessuno abbia visto”
Intanto una nuova rivelazione è arrivata dall’avvocato Claudio Mondello, cugino e legale del marito della dj morta Daniele Mondello: “Il miasma è ancora presente nell’aria. Mi chiedo come sia possibile che nessuno, non solo di coloro che si sono adoperati per le ricerche, ma anche degli abitanti del luogo, non abbia percepito questo cattivo odore. Eppure è una zona con una certa densità abitativa”.
“Anche il cadavere di Viviana era a 15-20 metri da una proprietà recintata – ha aggiunto il legale – è impossibile che nessuno abbia visto, anzi sentito, alcunché”.
L’avvocato ha ipotizzato che il corpo del bambino sia stato “verosimilmente trascinato nel luogo dove poi è stato ritrovato” e che “non si conosce la posizione originaria, quella in cui è morto”.
Sulla tesi dell’omicidio-suicidio il penalista ricorda che “la presunzione di innocenza nel nostro ordinamento deve valere per tutti”. “Se ci sono elementi va bene – ha specificato -, altrimenti no. E non so se ci saranno mai questi elementi, io ne dubito”.