Loveparade, nessuna condanna. Il dolore della madre di Giulia
Il Tribunale di Duisburg ha archiviato il processo sul massacro del Loveparade del 2010, senza nessuna condanna in relazione ai 650 feriti e 21 morti
Il Tribunale di Duisburg ha archiviato il processo sul massacro del Loveparade del 2010, senza nessuna condanna in relazione ai 650 feriti e i 21 morti, fra i quali c’era anche l’italiana Giulia Minola. L’Ansa riporta le parole della madre di Giulia, dopo l’archiviazione del processo: “Sapevamo che sarebbe finita così, ma quando poi succede davvero è diverso. È come se avessi esaurito la forza di avere dei pensieri”.
Disastro Loveparade, nessuna condanna
Il processo, iniziato l’8 dicembre 2017 e sospeso il 4 marzo a causa dell’emergenza coronavirus, è stato archiviato dopo 183 udienze. In totale erano 10 le persone che dovevano rispondere dell’accusa di omicidio colposo e lesioni colpose, fra organizzatori dell’evento e dipendenti del Comune di Duisburg: le posizioni di sette imputati sono state archiviate a febbraio 2019, mentre le altre tre oggi.
Oltre alle accuse di omicidio e lesioni colpose, ai tre imputati di 40, 60 e 67 anni venivano contestati anche gravi errori nella programmazione del Loveparade. Dopo l’archiviazione del processo per i sei dipendenti del Comune e per uno dei dipendenti della Lovepavent, il Tribunale di Duisburg ha chiesto alla procura i primi di aprile di archiviare il caso anche per gli altri tre imputati.
Tra le motivazioni del Tribunale, c’era anche la possibilità che non si riuscisse a chiudere il processo entro i termini della prescrizione, a luglio, a causa del coronavirus.
Loveparade 2010, cosa è successo dieci anni fa a Duisburg
Il Loveparade era una grande festa popolare nata a Berlino nel 1989. I giovani si riunivano da tutto il mondo per celebrare l’evento ballando in strada, in varie città della Germania e non solo. Quella del 24 luglio 2010, segnata dalla morte di 21 persone avvenuta a causa della calca, è stata l’ultima edizione.
