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Dipartimento di Stato Usa duro sull'arresto di Cecilia Sala: "Ricatto e leva politica". Cosa sta succedendo

Usa, il dipartimento di Stato interviene con toni perentori sull'arresto di Cecilia Sala in Iran

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I vertici Usa del dipartimento di Stato intervengono in modo perentorio sull’arresto in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala, chiedendone “il rilascio immediato e incondizionato” e sostenendo in modo deciso che il governo di Tehran rinchiude i cittadini stranieri in maniera arbitraria, con il solo fine di avanzare ricatti. Da qui la promessa che gli Stati Uniti utilizzeranno tutti i mezzi possibili per fare estradare Sala in Italia.

Usa, dipartimento di Stato interviene sull’arresto di Cecilia Sala in Iran

Secondo un portavoce del dipartimento di Stato Usa, entrato in contatto con La Repubblica, l’Iran procede con arresti arbitrari di cittadini stranieri per usarli come “leva politica” di ricatto. Gli Stati Uniti chiedono quindi “il rilascio immediato e incondizionato” di tutti i detenuti, inclusa Cecilia Sala.

I droni trafficati da Mohammed Abedini, però, vengono utilizzati per “sostenere gruppi terroristi e milizie filo iraniane che puntano a destabilizzare l’intera regione”, perciò Washington non smetterà di far uso di tutti i mezzi disponibili per contrastarli, a cominciare dall’estradizione dell’arrestata in Italia.

Cecilia Sala microfonoFonte foto: ANSA
Cecilia Sala

Il filo rosso che collega gli arresti di Mohammad Abedini e Cecilia Sala

Chi è Mohammad Abedini e cosa c’entra con Cecilia Sala? I due non si conoscono. Sarebbero però legati da un gioco di potere che non li coinvolge direttamente.

Abedini  ha 38 anni ed è stato fermato a Malpensa. Si ritiene che sia vicino al governo di Teheran. Infatti, dopo che è stato trattenuto dalle forze dell’ordine ha protestato ufficialmente con il governo italiano.

Sulla sua testa pendono le accuse di cospirazione per esportare componenti elettronici sofisticati dagli Usa all’Iran, in violazione delle leggi sul controllo delle esportazioni.

Gli Usa lo accusano, insieme a un altro uomo intercettato sul suolo americano, di aver portato ai Guardiani della Rivoluzione iraniani tecnologia progettata negli States e usata per la fabbricazione di droni. Droni della stessa fattura di quelli che avrebbero tolto la vita a tre militari americani in Giordania a gennaio 2024.

Usa: “Giornalisti devono essere protetti, arresti usati come leva politica”

Alla luce di ciò, dal dipartimento di Stato Usa hanno aggiunto: “L’arresto della Sala arriva dopo che un iraniano è stato incarcerato in Italia tre giorni prima per contrabbando di componenti di droni. Chiediamo ancora una volta il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri arbitrariamente detenuti in Iran senza giusta causa”.

“Sfortunatamente – ha proseguito il portavoce americano -, il regime iraniano continua a detenere ingiustamente gli abitanti di molti altri Paesi, spesso per utilizzarli come leva politica. Non c’è alcuna giustificazione per questo e dovrebbero essere rilasciati immediatamente. I giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose, e devono essere protetti”.

“Siamo in frequente contatto con alleati e partner i cui cittadini sono ingiustamente detenuti dall’Iran”, ha concluso, provando a tranquillizzare sul caso Sala e sugli altri detenuti occidentali rinchiusi nelle carceri iraniane.

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cecilia-sala-iran-usa-arresto-dipartimento-stato Fonte foto: ANSA
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