Perché la giornalista Cecilia Sala è stata arrestata in Iran: retroscena sull'arresto di un iraniano in Italia
Cecilia Sala, la giornalista arrestata in Iran, potrebbe essere finita al centro di un braccio di ferro fra il regime e l'Italia dopo il fermo di un iraniano a Malpensa
C’è l’ombra del ricatto sull’arresto di Cecilia Sala, la giornalista italiana incarcerata in Iran senza alcun capo di imputazione. Tre giorni prima, un cittadino iraniano era stato arrestato all’aeroporto di Malpensa. Sulla sua testa pendeva un mandato di cattura degli Stati Uniti. È possibile che Cecilia Sala possa essere utilizzata come merce di scambio per il rilascio dell’iraniano.
- Ipotesi sull'arresto di Cecilia Sala in Iran
- Utilizzata come merce di scambio
- L'incontro con Zeinab Musavi
Ipotesi sull’arresto di Cecilia Sala in Iran
L’ipotesi rientra nella cosiddetta “diplomazia degli ostaggi”, ovvero nella prassi messa in atto dall’Iran (e non solo) di utilizzare prigionieri stranieri arrestati arbitrariamente per fare pressione sui governi al fine di ottenere concessioni o la liberazione di detenuti iraniani all’estero.
Mohammad Abedini Najafabadi, così si chiama l’iraniano di 38 anni fermato a Malpensa, è considerato vicino al governo di Teheran, tanto che dopo il suo fermo l’Iran ha protestato ufficialmente con il governo italiano.
Cecilia Sala negli studi di Stasera c’è Cattelan su Rai 2
Sulla sua testa pendono le accuse di cospirazione per esportare componenti elettronici sofisticati dagli Usa all’Iran, in violazione delle leggi sul controllo delle esportazioni.
Le autorità statunitensi lo accusano, insieme a un complice fermato sul suolo americano, di aver trasferito ai Guardiani della Rivoluzione iraniani tecnologia made in Usa per la fabbricazione di droni. Droni della stessa fattura di quelli che avrebbero ucciso tre militari americani in Giordania a gennaio 2024.
Ed effettivamente, quando l’iraniano è stato fermato dalla Digos di Milano, gli sono stati sequestrati componenti elettronici compatibili con quelli utilizzati per la produzione di droni. Ora Najafabadi è in carcere a Busto Arsizio e si attende che la Corte di appello di Milano decida per la sua estradizione.
Utilizzata come merce di scambio
Naturalmente, non è possibile confermare il rapporto diretto di causa ed effetto fra l’arresto di Cecilia Sala in Iran e quello di Mohammad Abedini Najafabadi in Italia. Ma l’ipotesi che il regime iraniano possa utilizzare la giornalista per fare pressione sull’Italia non può essere scartata, alla luce dei trascorsi.
Dopo l’arresto di Cecilia Sala, ci sono voluti otto giorni per organizzare l’incontro con l’ambasciatrice e farle avere un avvocato. Ad oggi non le sono state ancora comunicate le accuse.
Sala è entrata in Iran con un visto da giornalista e ha rispettato le stringenti norme imposte dal regime alle donne e ai professionisti dell’informazione.
L’incontro con Zeinab Musavi
L’ultimo post su Instagram di Cecilia Sala riguarda il suo incontro con Zeinab Musavi, la stand up comedian più famosa d’Iran sotto processo dopo uno spettacolo.
Le ultime puntate del podcast Stories di Cecilia Sala, per Chora News, hanno trattato il tema della libertà sotto il regime iraniano.