Espulsioni M5s: i probiviri hanno deciso, il commento Di Battista
Alessandro Di Battista, diretta fiume: il punto sul M5s che è sempre più in subbuglio
Alessandro Di Battista ha fatto il punto sul M5s, da giorni in subbuglio. A provocare il terremoto interno la scelta di alcuni parlamentari di non adattarsi alla linea ‘ufficiale’ dettata dai vertici pentastellati e dall’esito del voto su Rousseau, dove ha avuto la meglio l’ala filogovernativa. “Non sono d’accordo con l’espulsione” di chi ha votato contro la fiducia al governo, ma “io non sto capitanando correnti o scissioni o fondando partiti”, spiega il grillino, durante l’attesissima diretta Instagram di cui è stato protagonista oggi 20 febbraio.
“Mi sto dedicando da fuori a portare avanti determinate battaglie che erano del Movimento Cinque Stelle. Io non ho cambiato idea. Non sono io a non pensarla più come il M5s, ma è il M5s a non pensarla come me”, prosegue ‘Dibba che aggiunge che “il governo” Draghi “è un’accozzaglia indecorosa e un assembramento parlamentare pericoloso. Non ho le prove, ma sono sicuro che Gianni Letta sia l’artefice dell’operazione Draghi. Renzi l’aveva organizzata con degli agganci: con Salvini, Gianni Letta, tutti i giornaloni che negli ultimi due mesi avevano infangato questo governo”.
Spazio quindi alla riflessione su Lega e Fratelli d’Italia. “Salvini farà credere di picconare il governo, ma non se la prenderà con Draghi perché è un pavido”, mentre la “Meloni non farà vera opposizione: sarà un’opposizione elettorale, non sostanziale. Attaccherà il pd e i cinquestelle, ma anche lei si comporterà in maniera pavida”.
“Un mese fa”, racconta, “ho ricucito con molti esponenti che mi hanno ri-coinvolto perché Renzi stava aprendo la crisi. Mi è stato chiesto di dare una mano. Mi è stato detto che la linea era con Conte e mai con Renzi. Mi andava bene, mi è stato assicurato che la linea non sarebbe cambiata. Avevo dato la disponibilità ad entrare in un governo Conte ter senza Renzi. Poi non è stato fatto, non ci si è riusciti perché ci sono stati degli ostacoli. Quando è rientrato Renzi io mi sono fatto da parte perché non volevo avere nulla a che fare con queste persone”.
Per quel che riguarda la cosiddetta “operazione responsabili” di Conte, afferma che “non era il massimo dell’etica politica ma era un compromesso che avrebbe permesso di sbarazzarsi del renzismo al governo”.
M5s, Di Battista: “Draghi tredicesimo apostolo”
Si passa al capitolo Mario Draghi che secondo Di Battista “è l’antitesi rispetto a determinate idee sullo stato sociale e sull’attenzione al piccolo, alle piccole imprese. Se poi dovesse convertirsi a quanto è maggiormente colpito in questo periodo ben venga, ma io non mi fido”.
E ancora: “Ogni volta che Draghi dice qualcosa, anche alcune azioni già volute da Conte, sembra che sia venuto in terra il tredicesimo apostolo. Questo non mi sta bene”.
Di Battista sul tema espulsioni interne al M5s: “Gli iscritti voterebbero contro”
Si torna sul tema espulsioni interne al Movimento. Di Battista non è per nulla d’accordo circa la piega che sta prendendo la situazione dicendosi convinto “che la grande maggioranza degli iscritti voterebbe contro”. Così rilancia l’idea di Morra che ha consigliato di far votare la base sulla questione.
Negli ultimi giorni si è parlato della possibilità che i grillini ‘ribelli’ potessero prendere il simbolo di Italia dei Valori. “Ma quando mai? – sbotta Di battista -. Chi lo dice è un avvelenatore di pozzi. Sono uscito dal M5s senza sbattere la porta. Sono un libero cittadino che non sta facendo partiti e non gestisce correnti. A chi mi ha chiesto un consiglio ho detto: se ritenete di stare nel giusto fate ricorso per rientrare nel movimento, questa però è una loro decisione”.
Infine spende delle parole su Luigi Di Maio e confessa che non sono mancate le incomprensioni in passato. Gli attriti sono però stati archiviati da tempo: “L’ho elogiato tante volte, nutro tanto affetto per lui, questo resta, abbiamo condiviso la stessa trincea per tanti anni”.
Il collegio dei probiviri: avviata la procedura per le espulsioni
Mentre Di Battista ha fatto il punto sulla situazione del mondo pentastellato, il collegio dei probiviri del M5S ha aperto la procedura d’espulsione dei dissidenti che non hanno votato la fiducia al governo Draghi.
“Il Collegio dei Probiviri, convocato nella riunione odierna, ha deciso a maggioranza dei suoi componenti di applicare quanto automaticamente previsto dallo Statuto in caso di espulsione dal gruppo parlamentare e procederà già da oggi con l’apertura dei procedimenti nei confronti dei parlamentari a cui è stata comunicata l’espulsione, da parte dei capigruppo di Camera e Senato, in seguito al voto di fiducia sul governo degli scorsi giorni”, comunica in una nota il Collegio dei Probiviri.
“Contestualmente inizierà una fase di attenta verifica su tutti i portavoce non in regola con le rendicontazioni, procedendo fin da oggi con le prime aperture di procedimento per i più ritardatari”, fanno sapere i probiviri.