Denis Verdini potrebbe uscire dal carcere per problemi di salute: "Rischia la vita", chiesti i domiciliari
Denis Verdini, condannato a 15 anni, potrebbe scontare il resto della sua pena ai domiciliari: l'ex parlamentare sarebbe affetto da problemi di salute di difficile gestione in carcere
Si attende una decisione su una possibile detenzione ai domiciliari dell’ex parlamentare Denis Verdini, 73 anni, attualmente in carcere. Secondo la conclusione espressa ieri (giovedì 30 maggio) dal perito nominato dal tribunale di Firenze, l’ex senatore sarebbe affetto da problemi di salute di difficile gestione in una struttura carceraria.
- Denis Verdini ai domiciliari per problemi di salute: la decisione attesa
- Il carcere
- L'opposizione della procura generale di Firenze
Denis Verdini ai domiciliari per problemi di salute: la decisione attesa
Come riportato da Repubblica, il tribunale di sorveglianza di Firenze dovrà decidere se le condizioni di salute dell’ex politico siano compatibili con la detenzione in carcere.
Nell’udienza di ieri, giovedì 30 maggio, il professor Carlo Rostagno, perito nominato dal tribunale, ha spiegato che Verdini è affetto da diverse patologie di difficile gestione. Dello stesso avviso anche il professore Pierluigi Stefàno, direttore di cardiochirurgia e consulente della difesa.
Fonte foto: ANSA
Per questo motivo il suo avvocato Marco Rocchi ha sollecitato il rinvio dell’esecuzione della pena con la detenzione domiciliare.
Il carcere
La pena che Verdini deve scontare è di 15 anni e 10 mesi di reclusione, a causa di tre condanne per bancarotta.
L’ex politico di Forza Italia aveva già ottenuto i domiciliari per motivi di salute nel gennaio 2021, a causa della diffusione del Covid nel carcere di Rebibbia, a Roma.
Lo scorso febbraio gli era stata però revocata (dopo essere stata confermata nel luglio 2021 per motivi di età). Il 73enne aveva infatti violato le prescrizioni imposte dal tribunale di sorveglianza, partecipando a 3 cene in ristoranti romani.
L’opposizione della procura generale di Firenze
Sulla vicenda si è dichiarata di diverso avviso, al contrario dei consulenti, la procura generale di Firenze.
Secondo quest’ultima, l’ex parlamentare dovrebbe restare in carcere in quanto la struttura Don Bosco di Pisa (dove era stato precedentemente trasferito) permetterebbe un’adeguata assistenza e cura.
Il parere è stato sostenuto dal sostituto procuratore generale, Sergio Affronte.
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