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Danni permanenti per errore prima del parto, tre medici condannati a risarcimento milionario

Secondo la sentenza della Corte dei Conti, il bambino subì un forte stress respiratorio, che paga ancora oggi, causato dal "comportamento gravemente colposo" dei medici

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Due medici e un’ostetrica dell’Asl Roma 5 sono stati condannati a pagare 2,1 milioni di euro di risarcimento a un 16enne che sconta ancora i danni subiti alla nascita per un loto errore. Come riportato da ‘Repubblica’, il personale del reparto di Ostetricia dell’ospedale di Tivoli avrebbe commesso uno sbaglio nel prima del parto che avrebbe provocato al neonato, oggi adolescente, un forte stress respiratorio dal quale non è mai più guarito. Secondo la sentenza della Corte dei Conti, il comportamento dei dottori è stato “gravemente colposo”.

La vicenda

La vicenda risale al 7 giugno del 2007. Durante il cambio del turno tra il personale medico, la madre del bambino prossima al parto cominciò a manifestare dei sintomi di sofferenza cardiaca. Secondo la ricostruzione del caso, i segnali furono ignorati e diventarono sempre più gravi fino a rendere necessario il ricovero in terapia intensiva per una “sindrome da inalazione del meconio” da parte del feto.

Le conseguenze di questa sottovalutazione da parte del personale del reparto di Ostetricia si videro dopo due settimane, quando al neonato vennero rilevati danni compatibili con la presenza di materiale fecale sterile nel liquido amniotico che, secondo la procura della Corte dei Conti del Lazio, fu causata dalla condotta “attendista” dei medici.

La causa

Da lì ebbe inizio la causa legale intentata dai genitori contro la Asl Roma 5, che portò il tribunale civile a condannare l’azienda sanitaria a risarcire la famiglia con 3,1 milioni.

A quel punto l’Asl ha deciso di rivolgersi alla Corte dei Conti per rivalersi sui suoi medici, condannati a loro volta per i loro errori con una sanzione da 2,1 milioni di euro.

Il precedente

Una sentenza simile è stata emessa lo scorso marzo nel Bresciano, dove un’ostetrica dell’ospedale di Chiari è stata condannata a un risarcimento da mezzo milione di euro per un errore di valutazione della frequenza cardiaca del feto in sofferenza che ha portato danni irreversibili in un bambino nato nel 2018.

Secondo i giudici della Corte dei Conti della Lombardia, il medico aveva sbagliato ad interpretare il monitoraggio segnando per tre volte sulla cartella clinica “cardiotografia rassicurante”. Durante il parto, però, il bambino sarebbe rimasto a lungo tempo senza ossigeno, fino a rimanere colpito da una paralisi celebrale che gli avrebbe causato gravi danni irreversibili.

L’ostetrica è stata dunque condannata a restituire il 30 per cento di quanto la stessa azienda sanitaria ha pagato alla famiglia: un risarcimento di 1.659.434 euro, corrispondente al risarcimento del danno biologico (1.550.000 euro) e delle spese legali (109.434 euro).

neonato-nursery-ostetricia Fonte foto: ANSA
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