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Daniela Santanchè nei guai anche per la Ki Group dopo Visibilia: la Procura di Milano ha chiesto il fallimento

Altra tegola per la ministra del Turismo Daniela Santanchè, chiesto il fallimento della società Ki Group

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Nuovi guai per la ministra del Turismo Daniela Santanchè. La procura di Milano, con una nota presentata il 20 settembre 2023, ha chiesto il fallimento della società Ki Group.

Le difficoltà di Ki Group

La vicenda è stata raccontata da La Repubblica. La Ki Group è la società del gruppo Bioera che nel 2014 ha visto l’ingresso in maggioranza di Santanchè e l’allora compagno Caio Mazzaro.

Da allora l’azienda ha avuto parecchie difficoltà. Un’inchiesta condotta da Report (Rai Tre) ha sostenuto che, mentre alcuni dipendenti ancora oggi non hanno ricevuto il Tfr dopo essere stati licenziati e alcuni fornitori sono falliti per i mancati pagamenti, “sia Santanchè sia Mazzaro hanno ricevuto emolumenti per milioni di euro in qualità di componenti dei cda del gruppo che fa capo a Bioera”.

Nuovi guai giudiziari per Daniela Santanchè.

La ministra, poche settimane fa, in Senato aveva riferito che sarebbe stato pagato il Tfr ai dipendenti, assicurando che la società sarebbe stata salvata.

Perché la procura ha chiesto il fallimento

La procura di Milano, con una nota siglata dai pm Luigi Luzzi e Giuseppina Gravina, non ha accettato la richiesta di concordato con i creditori – ossia gli ex dipendenti e appunto i fornitori da pagare – presentata da Ki Group.

Quindi è stata avanzata la richiesta di fallimento per tutto il gruppo, aprendo quindi a nuove indagini sul passato.

Sul concordato presentato da Ki Group la procura di Milano ha spiegato: “Ad avviso degli scriventi non sono state rispettate le condizioni di accessibilità allo strumento del concordato semplificato. In particolare non viene fornita alcuna indicazione in ordine a una effettiva e completa interlocuzione con i creditori, al fine di raccogliere un eventuale consenso”.

I conti di Ki Group avrebbero dovuto essere sistemati tramite un intervento di circa 1,6 milioni di euro della capogruppo Bioera. Ma secondo la procura “non è prevista alcuna garanzia. La ricorrente non pare abbia fornito un’analisi dei costi e dei ricavi di gestione attesi dalla prosecuzione dell’attività di presa prevista dal piano di concordato, con il fine di evitare un detrimento dei creditori nelle more della dismissione dell’intero patrimonio aziendale”.

Sempre come racconta La Repubblica, Bioera, che dovrebbe mettere in salvo l’ex gioiellino del biologico italiano Ki Group, è “gravata da una perdita di 5,3 milioni” nell’ultimo bilancio. E pure la società di revisione fa sapere di non essere in grado di “esprimere un giudizio sui bilanci della società non avendo elementi probativi sufficienti ed appropriati su cui basare il proprio giudizio”.

Sempre la procura: “Essendo questa la situazione economica di Bioera, di cui questo ufficio chiede la liquidazione giudiziale, non si vede come la stessa possa farsi carico del peso economico del piano proposto da Ki Group”.

E ancora: “Gli scriventi pertanto concludono rilevando la manifesta inattitudine del piano proposto e la non fattibilità dello stesso con riguardo alle garanzie offerte per assicurare la liquidazione, in palese danno ed in frode ai creditori con conseguente pregiudizio aggravato dalla mancata comunicazione agli organi della procedura di importanti informazioni”.

Il legale dei dipendenti tuona sulla Santanchè

Davide Carbone, legale che rappresenta i dipendenti e le dipendenti che stanno ancora aspettando il pagamento del Tfr, ha tuonato sulla ministra.

“Il documento depositato dalla procura con richiesta di fallimento delle tre società – ha affermato l’avvocato – rappresenta come le parole del ministro in Senato sul totale saldo dei creditori e degli stessi dipendenti ad oggi siano rimaste solo vane promesse: un esercizio sterile della lingua italiana. Di fatto il fallimento farà sì che i debiti verso i dipendenti verranno saldati dall’Inps e quindi dai cittadini italiani”.

Va ricordato che l’attuale ministra del Turismo è già indagata per le vicende Visibilia, la sua società editrice. Pure in questo frangente la procura ha bocciato la richiesta di risanamento e allargato le indagini su una presunta truffa per cassa Covid.

daniela-santanche Fonte foto: ANSA
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