Credit Suisse crolla in Borsa dopo il no dei sauditi al salvataggio: titolo ai minimi storici, cos'è successo
Credit Suisse chiede alla banca centrale svizzera di manifestarle sostegno pubblicamente dopo il crollo delle sue azioni: la situazione
Credit Suisse crolla in borsa. A Zurigo, il colosso svizzero registra un calo ad un -13% dopo aver toccato un -28% nella mattinata di mercoledì 15 marzo, con gli azionisti sauditi che hanno escluso la possibilità di nuova iniezione di liquidità in caso di ulteriori richieste.
La situazione
Alla luce del crollo dei suoi titoli in borsa, secondo quanto riferito dall’Ansa, Credit Suisse avrebbe chiesto alla Finma, l’autorità elvetica di vigilanza dei mercati finanziari, di dare un segnale di sostegno. A rivelarlo è il Financial Times, che cita fonti informate.
La situazione della banca svizzera preoccupa l’Europa. I mercati azionari sono caduti pesantemente sulla scia dei timori sulla solidità del settore bancario dopo il crollo in Borsa del titolo svizzero: preoccupazioni che arrivano a pochi giorni dal fallimento dell’americana Svb.
Il primo ministro francese, Elisabeth Borne, riferisce L’Agi, ha chiesto alle autorità svizzere di risolvere i problemi della banca Credit Suisse, lacui situazione sta destando preoccupazione sui mercati finanziari. “L’argomento è di competenza delle autorità svizzere. E deve essere risolto da loro”, ha affermato davanti al Senato.
Niente aumento di capitale
Nel corso della mattinata di mercoledì 15 marzo, secondo quanto riportato dall’Agi, il maggiore azionista di Credit Suisse, la Saudi National Bank, ha comunicato che non sosterrà “assolutamente” la banca aumentandone il capitale.
Ad affermarlo il suo presidente Ammar al-Khudairy in un’intervista a Bloomberg Tv. “Attualmente possediamo il 9,8% della banca. Se superiamo il 10%, entrerà in vigore una serie di nuove regole” e “non siamo propensi a entrare in un nuovo regime normativo”, ha detto al-Khudairy.
Axel P. Lehmann è presidente del Credit Suisse da gennaio 2022
Gli scenari
Secondo il popolare economista Nouriel Roubini, conosciuto anche come ‘Dr Doom’ per le sue previsioni,”il problema è che Credit Suisse è, in base a molti standard, ‘too big to fail’, troppo grande per fallire, ma anche ‘too big to be saved’, troppo grande per essere salvata”.
Roubini, riferisce l’Ansa, ha sottolineato che non è chiaro se le autorità di supervisione della banca abbiano le risorse necessarie per architettare un salvataggio.
Robert Kiyosaki, cofondatore di Rich Dad Company e investitore che aveva previsto il collasso di Lehman Brothers, nei giorni scorsi aveva previsto il crollo di Credit Suisse.
A suo avviso il tracollo di Svb è legato a un’inadeguata allocazione degli asset e alla mancanza di supervisione. L’intervento del governo, afferma, “esacerberà il problema e alla fine danneggerà i contribuenti”.