Covid, vertice Regioni: no Italia tutta arancione, la nuova linea
Conclusa la conferenza delle Regioni: nuovo incontro con il Governo per stabilire i criteri sulle nuove restrizioni
Durante la conferenza delle Regioni è stata archiviata, per il momento, la linea di condurre l’intera Penisola in zona arancione. Sulla questione non è stata trovata un’intesa nel corso del vertice di sabato 20. Così all’incontro di domenica 21 con il Governo le richieste delle Regioni dovrebbero andare in un’altra direzione.
Nella fattispecie, i territori, come riferisce il Corriere della Sera, punteranno su “un deciso cambio di passo nella campagna di vaccinazione, cercando un accordo quadro con i medici di base”. Altro punto che verrà discusso con l’esecutivo è la richiesta della “revisione dell’attuale sistema di regole che definisce l’entrata e l’uscita dalle diverse zone, insieme ad un cambio dei criteri e dei parametri di classificazione”.
Il terzo punto che verrà dibattuto riguarda la puntualità delle comunicazioni delle nuove restrizioni. “Occorre che le misure siano conosciute con congruo anticipo. Inoltre per i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori si attivino anche contestualmente gli indennizzi”, ha dichiarato il presidente Stefano Bonaccini al termine della Conferenza.
La riunione, durata circa quattro ore, ha visto contrapposte varie posizioni, con differenti sfumature. Da un lato chi è incline ad ‘aprire’ di più, dall’altro la linea che si appella alla cautela per via della diffusione delle varianti Covid.
Il governatore della Liguria Giovanni Toti ha persino spinto per un’Italia tutta ‘gialla’. Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha affermato che la priorità è quella di “rivedere l’elenco delle attività economiche che mettono a rischio la tenuta sistema sanitario, dando invece alle altre la possibilità di riaprire in sicurezza”.
Nel frattempo il leader della Lega Matteo Salvini detta la linea del Carroccio e cerca di allontanare la soluzione di un Paese totalmente ‘arancione’. “Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, non si getti nel panico l’intero Paese. Il diritto alla salute viene prima di tutto, ma non le anticipazioni a mezzo stampa di lockdown ingiustificati”, ha dichiarato Salvini nelle scorse ore.
Il governo intanto, tramite il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, continua a lavorare per dare fiato al mondo dello spettacolo. L’obbiettivo è quello di organizzare riaperture in sicurezza. A breve ci dovrebbe essere un incontro con il Cts per capire quale soluzione adottare per riaprire le porte di cinema e teatri.