Covid, la differenza tra super anticorpi e vaccino: parla Galli
I ricercatori del Sacco di Milano hanno scoperto due super anticorpi che potrebbero curare il Covid: Massimo Galli spiega la differenza col vaccino
I ricercatori dell’ospedale Sacco di Milano hanno scoperto due super anticorpi in grado di bloccare l’ingresso del coronavirus nelle cellule: riuscirebbero, se somministrati in piccole dosi, a prevenire l’infezione nei topi. Si tratta di uno studio, pubblicato sulla rivista ‘Science’, che apre la strada a nuove terapie basate sui cosiddetti cocktail di anticorpi. A spiegare la ricerca ci ha pensato Massimo Galli, direttore di Malattie infettive al Sacco, intervistato dalla Stampa.
Super anticorpi Covid: cosa sono, come funzionano e le differenze col vaccino
Massimo Galli ha spiegato che la scoperta dei super anticorpi è figlia dell’evoluzione degli studi su Ebola, contro cui “una delle poche cose che funzionò fu un cocktail di anticorpi neutralizzanti”. Una strada “ritenuta valida per tutte le malattie virali come l’Hiv e ora il Covid-19”.
I ricercatori hanno isolato due anticorpi derivanti da due donatori. “Ce ne sono almeno altri due al mondo – ha spiegato l’infettivologo -, ma questi sono due in più e visto il loro potenziale terapeutico potrebbero essere riprodotti su larga scala”.
Se gli anticorpi funzionassero rappresenterebbero un’evoluzione della terapia del plasma, perché “ne userebbero il principio attivo come cura. Il vaccino sarebbe preventivo ed è sempre meglio prevenire che curare“.
Massimo Galli e il parere sulla seconda ondata
Massimo Galli si è poi soffermato sui dati degli ultimi bollettini. Secondo l’esperto a metà ottobre si potrà fare un bilancio delle misure di precauzione, ma sicuramente “vanno evitati gli assembramenti di ogni tipo”. Per esempio, meglio non riaprire gli stadi: “Lo dico da interista da tre generazioni, per cui l’unico derby resta in casa con mia moglie milanista”.
Per quel che riguarda le mascherine obbligatorie all’aperto, “un altro lockdown non piace a nessuno e per questo bisogna essere cauti: l’altra volta siamo stati presi di sorpresa, stavolta c’è ancora la possibilità di frenare i focolai“.
Coronavirus, scontro tra Galli e Bassetti sui tamponi
Tornando al calcio, Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha definito il caso Genoa la ‘Waterloo dei tamponi’. Galli invece è contrario: “Anzi, probabilmente dimostra una super diffusione e rappresenta di cosa sia capace il virus, mentre alcuni sostengono si sia rabbonito”.
“I tamponi servono a evitare che ci siano positivi in giro – ha aggiunto il direttore del Sacco -: quest’estate i giovani hanno contagiato gli anziani, che ora ricoveriamo, a partire da una condizione asintomatica”.
Tamponi che vanno aumentati in vista dell’arrivo dell’influenza: “È un grande problema, bisogna stare attenti e aumentare la capacità di fare tamponi”.