Covid, “Scuola in salvo con test rapidi” la lettera degli esperti
Una lettera firmata da dieci scienziati sostiene l'utilizzo dei test rapidi come unica soluzione per salvare la scuola
Secondo alcuni esperti l’unico modo per garantire l’apertura della scuola è l’utilizzo di massa dei test rapidi contro il Covid-19. Sull’affidabilità di questi strumenti rimangono ancora dubbi, sui quali la comunità scientifica continua a dibattere. Ma dieci virologi, immunologi ed epidemiologi italiani hanno deciso di lanciare un appello in una lettera aperta ai loro colleghi, come riporta Repubblica.
Covid, “Scuola in salvo con test rapidi”: la lettera
”Con la riapertura di scuole e università, è arrivato il tempo di utilizzarli” scrivono. I nuovi test per la rilevazione del coronavirus non sono ancora precisi come i tamponi tradizionali, ma sono molto più veloci, forniscono un risultato dopo 15 minuti, e sono più facili da reperire. Per questo diversi esperti ritengono valga la pena provare con più insistenza.
“Questi test hanno il difetto di lasciar sfuggire alcuni casi”, ha spiegato l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica dell’Università di Padova, che insieme al professor Guido Poli dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ha realizzato l’appello.
“Fare il tampone tradizionale vorrebbe dire mandare tutti a casa e chiudere fino al risultato” ha aggiunto la professoressa Viola “Il test rapido permetterebbe di tornare in aula in mezz’ora, se negativo, senza allarmare inutilmente genitori e Asl”.
“Con la circolazione dell’influenza, mentre alcuni laboratori saranno attrezzati per gestire grandi numeri, la maggior parte del territorio italiano sarà in difficoltà e non riuscirà a produrre i referti in tempi accettabili (24 ore)”, si legge nella lettera a firma di dieci scienziati: Sergio Abrignani, Adriana Albini, Franco Buonaguro, Francesco Cecconi, Alessandro Quattrone, Luca Scorrano, Stefano Vella ed Elisa Vicenzi.
Covid, l’appello degli esperti sui test rapidi: le sperimentazioni
I test rapidi costano 10 euro, più economici rispetto ai tamponi tradizionali e anche se non sono efficaci al cento per cento possono dare un primo risultato, veritiero abbastanza per indicare nella scolaresca chi può entrare e su chi bisogna fare accertamenti.
Carlo Federico Perno, microbiologo del Bambino Gesù di Roma, spiega che questi test “rilevano soprattutto i positivi con carica virale è alta, negli altri i risultati potrebbero essere mediocri. La sensibilità dei tamponi tradizionali è fino a dieci volte più alta”.
Ne esistono di diverso tipo. L’Istituto Spallanzani di Roma ha sperimentato per adesso una versione coreana. Negli Stati Uniti la Food and drug administration ha approvato 4 versioni, oltre a una quinta che si basa sulla saliva. Ma una ventina di aziende sta cominciando a programmare la produzione anche in Italia.
Già negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino vengono sperimentati da tre settimane rilevando tra i passeggeri 189 contagiati.
“Considerato il costo modesto di questi test, la rapidità, e la loro ripetibilità (per esempio, una volta alla settimana), riteniamo che sia arrivato il momento di prenderli in considerazione per convivere con il virus durante la riapertura di scuole e università”, sostengono infine nella loro lettera gli esperti.
Mentre alcune Regioni continuano a fare affidamento sui classici tamponi, alcune amministrazioni vogliono scommettere su questi strumenti per mantenere le scuole aperte: Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna, che hanno indetto una gara da 5 milioni di kit.