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Covid, scoperti anche disturbi cognitivi: i nuovi sintomi

Uno studio italiano svela come il Covid-19 provochi anche dei disturbi dal punto di vista neuropsicologico, come la difficoltà a scrivere e parlare

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Scoperti nuovi sintomi del Covid-19, oltre a quelli caratteristici di tosse, febbre, complicazioni respiratorie e perdita di gusto e olfatto, la malattia provocherebbe anche precisi disturbi di tipo neuropsicologici come l’agrafia e l’afasia di conduzione.

Covid, scoperti anche disturbi cognitivi: il nuovo studio italiano

Lo svela uno studio, riportato da Adnkronos, del professor Konstantinos Priftis del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova pubblicato su ‘Neurological Sciences’ e condotto in collaborazione con le psicologhe Dott.ssa Lorella Algeri e Dott.ssa Simonetta Spada e la fisiatra Dott.ssa Stella Villella dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

La ricerca ha esaminato per la prima volta anche da un punto di vista neuropsicologico, un paziente da Covid-19 che, oltre a lievi evidenze respiratorie, ha manifestato sintomi mentali generalizzati, in seguito regrediti, e con segni neuropsicologici altamente specifici come la difficoltà a scrivere e a parlare.

Nella pubblicazione del gruppo del professor Priftis è stato analizzato il percorso clinico del ricoverato, sottolineando come, oltre a curare le conseguenze dei danni respiratori e cerebrali, sia necessario porre attenzione agli effetti della malattia anche sul fronte neuropsicologico e prendere in considerazione anche i primi segnali su questo versante come campanello d’allarme per l’individuazione dell’infezione.

Covid, scoperti anche disturbi cognitivi: difficoltà a scrivere e parlare

“Abbiamo studiato un paziente in cui il Covid-19 ha causato un ictus localizzato nell’emisfero cerebrale sinistro – ha dichiarato lo psicologo – Dopo alcuni giorni di febbre l’uomo, ormai sfebbrato, era stato ricoverato non tanto per complicazioni polmonari, ma per difficoltà linguistiche e agitazione comportamentale.”

“A tutti gli effetti, da un punto di vista clinico – ha specificato il professore – non sarebbe stato un paziente Covid-19. I routinari test sierologici di protocollo adottati per il ricovero hanno svelato la presenza di anticorpi per il Sars-cov-2 mentre la risonanza magnetica ha rivelato la presenza di embolie multiple nell’emisfero cerebrale sinistro.”

“Ed è qui che, rispetto alla prassi clinica seguita per i ricoverati, abbiamo sottoposto il paziente anche a un esame neuropsicologico molto approfondito – ha illustrato infine Priftis. Dopo i test abbiano notato come il paziente fosse incapace di scrivere (agrafia) e di come si sia manifestata, in maniera più lieve, un’afasia di conduzione cioè l’incapacità di ripetere le parole udite, mentre il resto delle funzioni mentali era rimasto intatto”.

Lo studio rivela un primo caso importante che il gruppo di ricercatori sottolinea come possa rappresentare un precedente importante per una diagnosi più accurata del Covid-19 e per una maggiore attenzione del sistema sanitario sulla riabilitazione cognitiva dei pazienti.

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