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Covid, Palù contro il ritorno a scuola: cosa dice il suo studio

Il presidente dell'Aifa, Giorgio Palù, è contrario al rientro a scuola dal 7 gennaio: "Un mio recente studio lo sconsiglia"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La scoperta della variante inglese del coronavirus, presente anche in Italia, ha scatenato il panico. Dal timore che possa rendere meno efficaci i vaccini alla possibilità dell’estensione di misure più restrittive anche dopo le feste di Natale, le reazioni dei virologi sono perlopiù state perlopiù segnate da un invito comune: quello alla calma. Sulla scia anche Giorgio Palù, virologo dell’Università di Padova e presidente dell’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, intervenuto ai microfoni della Stampa anche per dire la sua sull’opportunità di riaprire le scuole il 7 gennaio.

Covid, Palù contro il rientro a scuola il 7 gennaio

Passate le feste, l’idea del governo è quella di riportare gli studenti in classe dopo mesi di didattica a distanza, soprattutto dalla seconda media in su.

Giorgio Palù, però, è contrario: “Un mio recente studio dimostra che il rialzo esponenziale dei contagi in autunno si è generato dopo il 14 settembre, quando è cominciato l’anno scolastico”.

“A mio avviso – ha aggiunto – per le scuole superiori e per le università è meglio evitare la ripresa il 7 gennaio. In realtà anche per le medie, farei andare a scuola solo i bambini, fino alle elementari”.

Questo perché “fino a 10 anni ancora si infettano poco e quindi trasmettono poco il virus – ha concluso -: i più grandi invece sono un pericolo, per genitori e nonni”.

Covid, Palù sulla variante inglese: “È solo più contagiosa”

Palù ha provato a spegnere il fuoco dell’agitazione per quel che riguarda la variante inglese del coronavirus: “Non è giustificata dai dati scientifici, non ci sono prove che questa mutazione renda il virus più letale o gli consenta di sfuggire ai vaccini”.

Secondo lui, nessuna delle mutazioni sin qui registrate è stata accompagnata da un aumento della virulenza, cioè da una capacità del virus di uccidere di più.

L’aspetto più preoccupante, ha detto Palù, è “il fatto che il virus sia mutato più volte sulla proteina S, quella su cui agiscono gli anticorpi prodotti dai vaccini. E lo ha fatto in zone che aumentano nettamente l’affinità di legame al recettore e favoriscono la fusione del virus alla cellula ospite”.

In sostanza – ha sottolineato – si tratta di mutazioni che fanno crescere la sua contagiosità“.

Per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini, “non c’è prova che il virus sfugga al controllo degli anticorpi“, ha concluso Palù.

Covid, Palù sul vaccino: “L’Aifa è pronta”

Palù è anche presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco che dopo il via libera dell’Ema al vaccino Pfizer, atteso per oggi, dovrà formalmente autorizzarne la distribuzione in Italia una volta ricevuto l’ok dalla Commissione Ue: “È tutto già definito – ha dichiarato – il 27 ci saranno le prima vaccinazioni“.

Secondo Palù “bisogna arrivare a una immunizzazione tra il 65% e il 70% della popolazione, è l’unico modo per proteggere dall’infezione anche chi non si vaccina”.

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Variante coronavirus e rischi per il vaccino: parlano i virologi Fonte foto: ANSA
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