Covid, ospedali a pagamento per i no vax: la proposta nel Lazio
Alessio D'Amato, assessore alla Sanità del Lazio, ha proposto di rendere a pagamento i ricoveri in terapia intensiva per chi non si vaccina
“I no vax che contraggono il Covid e finiscono nelle terapie intensive degli ospedali del Lazio dovranno pagare i ricoveri“. Lo ha dichiarato Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità sulle pagine del Messaggero. “Queste persone che rifiutano la vaccinazione, mettendo a rischio la libertà altrui, devono assumersi la responsabilità fino in fondo delle proprie scelte e delle proprie azioni”, ha sottolineato, spiegando che non si tratta di una minaccia vuota, ma una proposta che è davvero al vaglio degli amministratori. Lo scopo non è quello di punire chi decide di non aderire alla campagna anti coronavirus, ma di incentivare chi ancora nutre dubbi verso i farmaci utilizzati.
L’assessore ha detto di essere al lavoro per trovare un sistema che permetta di rendere i ricoveri a pagamento. “Ci sono dei modelli, come quello della Lombardia, dove un tempo veniva spedito a casa del paziente, prima ricoverato e poi dimesso, una sorta di memorandum su quanto la sua degenza fosse costata all’ente regionale”.
“Naturalmente non si chiedeva un centesimo, era solo per mostrare al paziente il costo sostenuto per le sue cure. Ma con i no vax siamo intenzionati ad andare oltre”, ha spiegato ancora Alessio D’Amato.
“Giornalmente ogni ricovero in terapia intensiva costa circa 1.500 euro per degenze medie non inferiori ai 17 giorni”, ha spiegato l’assessore. “L’aspetto più difficile da accettare è che queste persone no vax, nel momento esatto in cui finiscono ricoverate, si rendono conto del dramma e del pericolo che stanno correndo, e tutti si pentono di non essersi vaccinati“.
Il Lazio è in realtà una delle regioni con più vaccinati contro il coronavirus. Sono 7,7 milioni le dosi soministrate, e il 1° settembre dovrebbero essere coperti con doppia dose almeno 4 milioni di residenti.
Ma, come in tutta Italia, rimane un gran numero di persone che non vogliono sottoporsi all’iniezione, in particolare nella fascia over 50. Quelle che, tra l’altro, rischiano di più di finire in rianimazione dopo aver contratto il coronavirus e morire. Sarebbero almeno 250 mila.
“La libertà di tutti non deve essere messa a rischio da posizioni ideologiche di pochi. La regione sta studiando il modo di contestare ai no vax le spese per le cure mediche, lo faremo. È ora di mettere un punto”, ha c0ncluso Alessio D’Amato, al termine di una visita a Villa Monte Mario, una delle strutture messe a disposizione per l’accoglienza dei profughi afghani.