Covid, legame tra turisti e aumento dei contagi: parla Locatelli
Il presidente del Consiglio superiore di Sanità Locatelli ha commentato l'aumento dei contagi e la decisione del governo di chiudere le discoteche
La scelta di chiudere le discoteche “era improcrastinabile. Avrà un impatto economico, purtroppo, ma la salute viene prima di tutto e quanto abbiamo visto accadere nelle discoteche come luoghi di assembramento va evitato altrimenti rischiamo di ritrovarci presto in una situazione più allarmante”. Così Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico, ha commentato al Corriere della Sera la decisione del governo di chiudere le discoteche.
Sulla situazione dei contagi, l’esperto ha spiegato che “l’Italia, fortunatamente, è ancora in una posizione privilegiata, per quanto il numero dei casi sia in rialzo tanto che si è passati in una settimana da 200-300 al giorno agli oltre 600 di Ferragosto“.
“Siamo usciti dalla fase più critica ma non dalla fase viva dell’epidemia”. Rispetto ai primi mesi, “ora è diffusa su tutto il Paese con centinaia di focolai. Il fenomeno è in parte legato ai vacanzieri”.
“A seconda delle Regioni – ha spiegato -, il 25-40% dei casi sono stati importati da concittadini tornati da viaggi o da stranieri residenti in Italia”. Mentre “il contributo dei migranti, intesi come disperati che fuggono, è minimale, non oltre il 3-5% sono positivi e una parte si infettano nei centri di accoglienza dove è più difficile mantenere le misure sanitarie adeguate”.
Nonostante l’aumento dei contagi i ricoveri restano contenuti: “Non pensiamo si possa riprodurre un’emergenza paragonabile a quella della fase uno anche perché i contagiati vengono diagnosticati precocemente per cui si prevengono le forme gravi”.
Però, aggiunge, “essere messi meglio di Francia e Spagna non esclude il timore di una crescita esponenziale della curva nelle prossime due settimane. Ma non siamo alla seconda ondata“.
Dunque, non è escluso il rischio di nuove restrizioni: “Dipende da noi cittadini. Non continuiamo così. Abbiamo ancora dei vantaggi, sfruttiamoli”.
Secondo Locatelli, “bisogna arrivare a ridosso della ripresa scolastica con il numero di casi più basso possibile. Meglio saremo messi il 14 settembre, più elevata sarà la probabilità di riprendere le lezioni senza rischi di dover poi chiudere classi o interi plessi”.