Covid, infettivologo: "Film di fantascienza, ma l'orrore è finito"
Andrea Gori, che quotidianamente lavora per contrastare il Covid in Lombardia, parla di svolta: la regione ha registrato finalmente zero morti
Si vede la luce in fondo al tunnel dopo mesi di angoscia segnati da una lunga catena di decessi. Finalmente la Lombardia, la regione più colpita dal Covid, ieri 2 luglio 2021, ha constatato zero morti per il virus. Chi lavora in prima linea negli ospedali parla di “svolta importante”. Ad affermarlo è Andrea Gori, primario di Malattie infettive al Policlinico di Milano, che è stato raggiuto e intervistato dal Corriere della Sera.
“Stavamo facendo il consueto briefing con tutti i medici. Abbiamo azzerato il nastro, rivivendo quel film dell’orrore“, racconta il medico quando gli si chiede quale sia stata la prima reazione nell’apprendere dal bollettino quotidiano che sono stati registrati zero morti per coronavirus sul territorio lombardo.
“La mente – aggiunge – è caduta a quei primi tre giorni in cui ci siamo ammalati tutti in ospedale. Io so con certezza il momento in cui mi sono contagiato: i primi ricoveri un venerdì sera e la mattina dopo eravamo riuniti con tutti i medici. Intorno a metà pomeriggio dico di indossare la mascherina 24 ore su 24. Avevo 12 ore di ritardo”.
Gori spiega poi che il ricordo che fa più male è legato sempre all’inizio della pandemia, quando cioè si è proceduto a tramutare “prima una parte e poi tutta la sala d’attesa del Pronto soccorso in ospedale”. Un salone enorme riempito di letti e barelle dove si faticava persino a camminare: “Tutti con il casco. Ricordo come fosse ora il momento in cui finiscono i bocchettoni per l’ossigeno: ci attaccavamo a quelli delle ambulanze”.
Sempre tornando al primo periodo da incubo della pandemia, rammenta quando l’ospedale in Fiera divenne un “enorme lunghissimo rettangolo tutto bianco e immacolato, senza niente intorno”. “Dopo esserti cambiato – prosegue -, camminavi lungo l’infilata di pazienti, incastrati a pettine: un letto, un respiratore. Pensavo di vivere in un film di fantascienza ma ormai avevo capito che era realtà”.
Dopo mesi e mesi in apnea, ieri, con la casella dei decessi inchiodata allo zero, si è tirato un sospiro di sollievo e soddisfazione: “Non è una vittoria solo dei medici – puntualizza -. È un risultato ottenuto con un grande sforzo collettivo. La combinazione di una serie di fattori. I risultati delle misure restrittive adottate, ma soprattutto della responsabilità della gente. Ecco, questa è una vittoria delle persone che hanno accettato di fare fatica in questi mesi. Poi certo, c’è la grande progressione della campagna vaccinale che sta alzando un muro“.
Un risultato non scontato, spiega Gori, perché è vero che sono arrivati i vaccini ma gli esperti riponevano “una speranza, non una certezza”. E invece le cose stanno andando per il verso giusto e adesso c’è “più di un motivo per credere che d’ora in poi questa tendenza possa consolidarsi”.
Zero morti in Lombardia, un dato importante. Ma c’è ancora da tenere alta l’attenzione. Quando si uscirà definitivamente dalla pandemia?
“Ci sono persone a rischio che non si stanno vaccinando. Ma c’è una cosa su cui davvero dobbiamo fare l’ultimo sforzo. E riguarda tutti i giovani”, conclude Gori.