Covid, qual è la cura che riduce i ricoveri: lo studio italiano
L'istituto di ricerca Mario Negri sta per pubblicare uno studio in cui dimostra che una specifica cura scongiura il ricovero in ospedale: ecco quale
Nel novembre 2020 l’istituto di ricerca Mario Negri di Milano ha redatto un protocollo per le cure a domicilio dei pazienti Covid. Un trattamento innovativo anche rispetto alle raccomandazioni dell’Istituto superiore di sanità: l’obiettivo era iniziare a curare senza aspettare l’esito del tampone, agendo dunque tempestivamente per evitare l’incessante avanzare dell’infezione. Ma quella cura ha funzionato? E in cosa consiste?
Covid, qual è la cura che evita il ricovero: lo studio italiano
L’Istituto Mario Negri ha escluso la Tachipirina, sostituendola con l’Aspirina e integrando l’Aulin in caso di dolori. Dunque, antinfiammatori. Per i casi più seri, ma solo su indicazione del medico di base, anche il cortisone, ‘escluso’ nella prima ondata.
Il ‘protocollo Negri’ è stato adottato da una trentina di medici di famiglia che l’hanno sperimentato su una platea di 500 pazienti.
L’Aifa ha richiesto che alla ricerca venisse dato un carattere retrospettivo e non prospettico, quindi raccogliendo i dati andando a ritroso e non attraverso una sperimentazione ex novo.
Lo studio è in fase di pubblicazione e mette a confronto l’esito clinico di 90 pazienti colpiti da Covid e trattati all’esordio a domicilio col nuovo protocollo senza aspettare il risultato del tampone, con quello di altri 90 pazienti Covid comparabili per età, sesso e presenza di altre patologie trattati con diversi regimi terapeutici.
E la ‘cura Negri’ sembra funzionare: se non cambiano il tempo di guarigione dai sintomi peggiori, la febbre o i dolori muscolari e articolari (una media di 18 giorni per il trattamento del Mario Negri contro i 14 giorni dell’altro segmento), si riesce però a evitare il ricovero, guarendo a casa e scongiurando il ricovero e quindi il collasso ospedaliero.
Covid, qual è la cura che evita il ricovero: cosa dicono i dati
I segni più leggeri della malattia, come disturbi all’olfatto e affaticamento, si riducono nei 90 pazienti curati con il ‘protocollo Negri’ (23% contro il 73%).
Ma la più grande differenza sta nel rischio di finire in ospedale: solo 2 pazienti su 90 (2,2%) sono stati ricoverati, contro i 13 su 90 (14,4%) dell’altro gruppo.
I giorni complessivi trascorsi in reparto crollano a 44 contro 481, così come i costi per le cure: 28 mila euro contro 296 mila euro.
Lo studio sembra dunque suggerire che sia la sindrome infiammatoria a causare il ricovero, che si scongiura attraverso la prevenzione: riuscire a non intasare gli ospedali è una delle vie d’uscita.