Covid, aumenta carica virale dei tamponi. Allarme superdiffusori
La carica virale nei tamponi di coronavirus è in aumento, dopo un calo registrato tra luglio e agosto. Si teme per i superdiffusori
La carica virale presente nei tamponi effettuati negli ultimi giorni è in aumento. A riferirlo, come riporta l’Ansa, è il virologo dell’Università Milano Bicocca Francesco Broccolo, il quale ha osservato che il materiale genetico del coronavirus è presente in maggior misura nei campioni prelevati nelle persone risultate positive.
Carica virale in aumento nei tamponi, cosa significa
Alla constatazione di Broccolo si aggiunge anche il commento di Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, che ha affermato che si tratta di “un fenomeno che nell’ultimo periodo si è verificato più volte e che è il segnale di molte nuove infezioni”.
Oggi, 19 agosto, il numero di casi di coronavirus ha subito un importante incremento, il più alto dallo scorso 23 maggio: sono 642 i nuovi casi, come riferito dall’ultimo bollettino del Ministero della Salute.
Coronavirus, sale l’allarme per i superdiffusori
Tra fine luglio e inizio agosto, la carica virale dei tamponi era di 10mila. Adesso, invece, “circa la metà dei tamponi rilevati nell’ultima settimana supera il milione di copie di materiale genetico del virus, l’Rna, presenti nelle particelle virali infettive in un millilitro di tampone”, ha affermato Broccolo.
Per alcuni casi, il materiale genetico del coronavirus raggiunge addirittura il miliardo di copie. E la conclusione dell’esperto è che “il virus si replica bene in alcuni organismi e che questi soggetti potrebbero essere dei superdiffusori“, ovvero delle persone in grado di diffondere un maggior numero di particelle virali rispetto agli altri.