Draghi al Colle: cosa succede nella Lega dopo le frasi di Giorgetti
Si respira un'aria di tensione nella Lega, dopo le affermazioni del ministro Giorgetti su Draghi al Quirinale
La corsa al Quirinale si riflette inevitabilmente anche sugli equilibri politici interni ai partiti. Con l’avvicinarsi dell’addio di Mattarella al Colle, il totonomi per la presidenza della Repubblica entra nel vivo; e a fornire un’ulteriore accelerata sono state le parole del numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti, che con le anticipazioni dell’ultimo libro di Bruno Vespa ha sganciato una serie di bombe.
Giorgetti ha infatti proposto un “semi-presidenzialismo de facto” con Draghi presidente della Repubblica, che “allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole”, senza andare al voto. Parole che alcuni esponenti della politica hanno giudicato come una “sgrammaticatura costituzionale”.
Giorgetti non si è fermato a questo: ha utilizzato parole che sembrerebbero mettere in discussione la leadership di Salvini: “Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar”.
Giorgetti, inoltre, ha esortato il segretario della Lega a prendere le distanze dai sovranisti europei, ma lui, di tutta risposta, ha consolidato il legame con il premier ungherese Viktor Orban e il premier polacco Mateusz Morawiecki in videoconferenza, con l’obiettivo di fare fronte unico con le destre in Europa.
È previsto per oggi il consiglio federale della Lega in cui probabilmente ci sarà una resa dei conti tra le forze in gioco: da un lato Giorgetti, che alcuni accusano di aver indebolito la leadership del partito, dall’altro Salvini, che cerca di mantenersi in equilibrio tra i principi della Lega e la coesistenza in maggioranza con forze politiche opposte. Con l’auspicio di una sintesi.