Coronavirus, Umbria zona arancione. L'ira di Vissani: "Vergogna"
Covid, lo chef Gianfranco Vissani commenta rabbiosamente la decisione di mettere l'Umbria in zona arancione
L’ira di Gianfranco Vissani, maestro della cucina italiana, dopo che l’Umbria, nelle prossime ore, diventerà zona arancione per via delle norme anti-covid per cercare di arginare la pandemia. “E’ un calvario infinito, ma soprattutto è una grande vergogna. Come imprenditore sento il reale rischio chiusura della mia attività”, tuona lo chef, che ha commentato all’Ansa la notizia del passaggio della regione da zona gialla ad arancione. Passaggio che comporterà, tra le altre cose, la chiusura 7 giorni su 7 di bar e ristoranti.
“Abbiamo adottato tutti i dispositivi di sicurezza indicati, i ristoranti sono luoghi assolutamente sicuri, ma non è bastato e paghiamo il prezzo di scelte assurde, come quella di aver permesso la movida nelle grandi città in estate”, ha aggiunto Vissani.
E ancora: “Ma la cosa peggiore è che dallo Stato non arriva un euro. Se ci venisse garantita la sopravvivenza delle nostre attività potremmo chiudere anche per mesi pur di tutelare la salute, ma così non è”.
“Chiudere di nuovo i ristoranti significa mettere in ginocchio anche tutte quelle attività collegate alla ristorazione, una su tutte le cantine”, afferma sempre il cuoco.
“E non voglio immaginare quando i miei ragazzi, così come tutti quelli che lavorano nella ristorazione, prenderanno la cassa integrazione. Ci sarà gente che non arriverà a fine mese e sarà disperata”, prosegue Vissani che conclude riferendosi alle tasse: “Arrivano tutti i mesi da pagare, quando invece andavano bloccate perché non si può immaginare che un’attività, su un anno, possa lavorare soltanto due mesi d’estate. Siamo la vergogna dell’Unione europea”.