Coronavirus e trasmissione senza sintomi: cosa dicono gli esperti
Coronavirus: è possibile la trasmissione senza sintomi? Recenti ricerche sembrerebbero mettere ordine alla vicenda
È possibile essere contagiati da una persona che non presenta i sintomi del nuovo coronavirus? Dopo un primo caso di trasmissione asintomatica registrato in Germania, i virologi si sono mostrati concordi nel ritenere possibile il contagio anche da persone che non mostrano segni dell’infezione. Recenti ricerche sembrerebbero mettere finalmente ordine nella vicenda.
La rivista New England Journal of Medicine ha pubblicato uno studio cinese che indica come la quantità di coronavirus presente nel naso e nella gola delle persone asintomatiche può raggiungere livelli paragonabili a quelli dei malati con sintomi, rendendoli potenzialmente infettivi. Casi di portatori asintomatici del virus erano presenti anche sulla nave Diamond Princess prima che scattasse la quarantena.
“Il contagio asintomatico è tecnicamente possibile, anche se non abbiamo informazioni sul modo in cui la liberazione del virus possa avvenire in una fase asintomatica”, ha detto l’esperto di malattie infettive Massimo Galli, dell’Università di Milano e primario dell’ospedale Sacco.
“Una fase asintomatica esiste per tutti i virus che colpiscono le vie respiratorie e dipende dalla quantità di virus presente nell’organismo”, ha rilevato Giorgio Palù, ordinario di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova. “La diffusione delle particelle virali – ha aggiunto – avviene con l’emissione di aerosol anche parlando con una stretta contiguità, alla distanza di un metro”.
“Nel periodo a rischio per la trasmissione asintomatica, dice ancora Palù, rientra anche quello che intercorre tra il contagio e la comparsa della febbre. La prudenza è d’obbligo anche considerando che è possibile essere negativi al test che individua le particelle del virus nel sangue: questo può dipendere dal punto in cui è stato fatto il prelievo con il tampone, per esempio se dalla gola o dal naso. È anche possibile che l’infezione sia passata dalle vie aeree superficiali a quelle profonde”.
Alla luce di queste considerazioni la quarantena è una misura “assolutamente necessaria” per controllare la diffusione del virus, ha detto l’immunologo Antonio Lanzavecchia, direttore dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina (Irb) di Bellinzona. “Poiché abbiamo visto come una singola persona possa portare un focolaio d’infezione, misure come la quarantena sono assolutamente necessarie”.
Questo, secondo l’esperto, può accadere perché “la contagiosità di un virus è variabile” e “dal punto di vista biologico non si è infettivi soltanto quando si hanno i sintomi”. Non va dimenticato che la capacità di diffusione di un virus è tipica anche di chi è convalescente, come accade per l’influenza e per altre malattie virali.
Roberto Burioni, insieme al collega Nicasio Mancini, ha indicato, sulla base dello studio cinese, che la quantità di virus raggiunge il picco subito dopo la comparsa dei primi sintomi, con livelli elevati nelle prime vie respiratorie.
L’altro elemento importante che emerge dalla ricerca è la facilità con cui il coronavirus si moltiplica anche nelle persone senza sintomi, risultando presente in quantità nelle mucose di naso e gola: è la conferma, rilevano i due esperti, che “una maggiore quantità di virus può, attraverso il muco o la saliva, raggiungere un individuo sano, ovvero che è più alta la possibilità di infettarlo”. È una conferma, concludono, di come “anche chi non ha sintomi può trasmettere l’infezione”.