Chi sono le ricercatrici che hanno isolato coronavirus italiano
A far parte del team che ha isolato il ceppo italiano del virus ci sono tre ricercatrici ed un polacco, tutti precari
In una settimana resa caotica dall’emergenza per il coronavirus che sta tenendo col fiato sospeso l’Italia intera, hanno lavorato giorno e notte per portare avanti le ricerche sul virus. Giovedì poi i risultati sperati che hanno fatto esultare i laboratori della Statale dell’ospedale Sacco di Milano che, grazie al lavoro del proprio team, è riuscito ad isolare il ceppo italiano del coronavirus. A far parte della squadra riuscita a raggiungere tale traguardo ci sono tre donne, tra i 30 e i 40 anni, ed un polacco che, come gran parte dei colleghi, vivono una vita da precari.
Come ricostruito da La Repubblica a comporre il team, coordinato dai due professori della Statale Claudia Balotta e Gianguglielmo Zehender, ci sono le ricercatrici Alessia Lai, Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli, tutte assiduamente al lavoro col ricercatore polacco Maciej Tarkowski.
La 40enne Alessia, la più “vecchia” del gruppo, è una ex assegnista della Statale che ora collabora col Sacco come libera professionista in attesa di fare un concorso. È stata proprio lei, intervistata dal quotidiano, a spiegare come si è arrivati ad isolare il ceppo: “Qualche giorno prima dell’emergenza avevamo scongelato una linea cellulare di reni di scimmia, per non farci trovare impreparati all’occorrenza”.
Quando al Sacco sono stati ricoverati i primi quattro casi gravi, è avvenuto infatti il loro “lavaggio broncoalveolare”, ovvero il lavaggio di un misto fra il muco e la saliva che successivamente è stato usato per infettare quelle cellule scongelate poco prima. La presenza del virus era già visibile al microscopio dopo le prime quattro ore, ma ce ne sono volute 24 di attesa per confermare il risultato.
Annalisa Bergna, che di anni ne ha 29, è come se in questi giorni vivesse al Sacco: “Sono stanca morta, provata, non vedo il mio fidanzato da una settimana. Ma la soddisfazione di dare una mano per una cosa così importante ripaga di tutto“.
“Nessuno di noi guadagna più di 1.200 euro al mese“, racconta invece Arianna Gabrieli, originaria di Lecce, che ha anche sottolineato la difficoltà di “non avere certezze, le bollette, l’affitto da pagare senza alcuna stabilità”. Nonostante tutto, senza alcun tipo di polemica, la ricercatrice pugliese ha sottolineato: “In questo momento provo una gioia che fatico a descrivere“.
Ceppo italiano isolato al Sacco, la soddisfazione dei docenti
A coordinare il team di ricercatori, guidati dal primario infettivologo del Sacco Massimo Galli, c’è la professoressa Claudia Balotta. Docente di malattie infettive con 35 anni di carriera alle spalle nei quali le è capitato anche di isolare il precedente coronavirus del 2013, la docente ha sottolineato: “Sono giorni impegnativi e pesanti, lavoriamo in massima sicurezza e quindi con gli scafandri, e stare dieci ore con quelle cose addosso non è facile”.
“Non vogliamo essere santificati. Niente romanzi sul nostro lavoro, per favore. Parliamo piuttosto del fatto che la stragrande maggioranza delle persone che hanno ottenuto questo risultato sono giovani e senza un posto fisso” ha risposto orgogliosa.
Il professore di Igiene Gianguglielmo Zehender, altro coordinatore del gruppo, si è detto soddisfatto di aver isolato il ceppo: “Averlo caratterizzato serve a ricostruire quando è arrivato in Italia e come si sta diffondendo”.